Alexandra David -Néel, nell'autunno del 1920, inizia un viaggio che la porterà, tre anni dopo, a raggiungere la città di Lhasa prima donna europea a riuscire in questa impresa.
Questo libro non ha, come molti dei suoi scritti, scopo divulgativo: non ci presenta le differenti dottrine buddiste, né ci presenta tecniche e meditazioni, ma l'ho amato perché ci presenta la donna ed il suo coraggio, la sua forza e determinazione nell'affrontare la vita in un periodo in cui ad esse non era certo facile vivere in modo così autonomo ed emancipato.
È anche uno spaccato del Tibet di tutti i giorni di quell'epoca, fatto da qualcuno che lo conosceva profondamente e lo amava, ma che non lo idealizzava e sapeva presentarne anche gli aspetti meno fiabeschi, come le superstizioni, la golosità per il cibo o l'amore per il commercio che pervadevano quelle terre.
"La sera, poco prima di addormentarci nel nostro tugurio chiesi al mio fedele compagno di strada:
-Mi è permesso ora dire che abbiamo vinto la partita?
-Lha gyalo. Dé tamtché pam! Rispose, mettendo nella sua esclamazione, ma in sordina, tutta l'allegria che straripava dal suo cuore:
A. David-Néel
Viaggio di una parigina a Lhasa
Ed. Voland, collana Confini