Abbiamo veramente coscienza della nostra rinuncia mentale? Perché accettiamo di lasciarci sopraffare dai nostri propri pensieri? Perché è così difficile raggiungere il silenzio mentale?
L'osservazione «non penso a niente» sovrastima le nostre capacità. Anche durante le nostre fantasie, anche davanti ad uno spettacolo, anche ascoltando della musica, perfino dormendo, noi pensiamo.
Noi non notiamo l'importanza dei nostri pensieri; non li rimettiamo in causa, li lasciamo invaderci ed influenzarci. Essi ci lavorano e ci modellano. Dunque noi agiamo e parliamo in funzione degli impulsi che essi ci hanno impresso.
Perché accettiamo questa tirannia? Semplicemente perché crediamo di esistere attraverso essa.
Ma smettiamo di confonderci con i nostri pensieri. Cominciamo a comprendere che noi siamo più dei nostri pensieri: noi siamo il pensatore. Abbiamo il potere di scegliere i nostri pensieri, di accettarli o di rifiutarli. Possiamo congedarli o invitarli. Impariamo a diventare i veri maestri del nostro mentale, impariamo a diventare i veri maestri della nostra vita.
Dato che, la nostra vita è condizionata dai nostri pensieri: noi creiamo quello che pensiamo. Allora, attenzione ai nostri pensieri per scegliere la nostra vita.