Poiché i pensieri possiedono una energia creatrice, la loro unione crea una forza psichica praticamente autonoma. Per cui:
- la pulsione di morte funziona come una « entità » psichica che si protegge e cerca di perpetuarsi. Essa mette in opera mille astuzie per bloccare il nostro risveglio ed il nostro progredire. A volte s'impadronisce perfino della nostra volontà e ci fa commettere delle azioni che non desidereremmo veramente compiere;
- la pulsione di vita concretizza una parte del nostro essere autentico e ci conduce ad agire in modo benefico, a volte anche contro ogni buon senso***.
La distinzione tra la pulsione di vita e la pulsione di morte non corrisponde ad una visione manichea tra bene e male. Essa incita ogni individuo a prendere coscienza che la pulsione di morte non è un dato inevitabile ed invincibile, ma che consiste unicamente in un agglomerato di pensieri solidali ed inibitori.
Ricordatevi, noi non siamo i nostri pensieri, non siamo le nostre pulsioni: noi siamo il pensatore.
Ed in quanto tali, abbiamo il potere di scegliere di portare la nostra attenzione verso le credenze che ci convengono, ci sostengono e che ci restituiscono alla nostra autenticità.