Questo punto è «il punto minimo d'identità» che abbrevieremo sotto la denominazione di «PMI».
Il PMI contiene le nostre programmazioni più intime, quelle che abbiamo ereditato inconsciamente dalla nostra famiglia e dal nostro ambiente, quelle che ci sono trasmesse tramite il linguaggio del corpo, quelle che abbiamo costruito sin dalla più giovane età, quelle che consolidiamo con l'abitudine.
In psicologia creatrice, la nozione di «genetica» rimanda al PMI ed alle programmazioni che esso contiene.
L'integrazione genetica agisce, quindi, direttamente al livello del PMI per dissolvere le sue programmazioni inibitrici.
L'integrazione genetica si attua quando prendiamo coscienza del PMI e della sua natura profonda. Quando cessiamo di percepire il PMI attraverso l'ancoraggio, quando lo incontriamo nella sua essenza, lo liberiamo da tutte le programmazioni ed affermiamo la sua esistenza indipendente e primaria. L'ancoraggio nefasto è, allora, rilasciato spontaneamente.
Questa tecnica è esposta nel capitolo su «lo stadio energetico della respirazione», nel paragrafo sull'integrazione genetica.
È accessibile a quelli che padroneggiano di già gli stadi tecnici e psico-simbolici della respirazione. Non prima.
4. La consapevolizzazione
L'integrazione genetica non può essere eseguita a partire da un lavoro puramente mentale. Essa richiede un contatto approfondito tra il corpo, la coscienza e l'energia. Non dipende, dunque, dalla psicologia creatrice, ma dalla respirazione cosciente.
La consapevolizzazione del punto minimo d'identità non dipende dal mentale. La si può assimilare ad un processo di trascendenza delle funzioni abituali dell'essere, cioè ad un lavoro sovramentale e metafisico.