Uscire di casa

Uscire di casa
Le strade le case, gli alberi, la terra, il cielo sono parte di noi, che siano belle o brutte, inquinate o limpide, ostili o amichevoli dobbiamo sentire tutto ciò che ci circonda come parte del nostro corpo. Tutto ciò che accade nel mondo riguarda noi perché è parte di noi, anche se ci occupiamo per praticità solo di ciò che viene a contatto diretto con noi. Se tutti sviluppassero questo atteggiamento di non sentire estraneo ciò che è fuori dalla propria casa, svilupperebbero una coscienza universale. Inquinamento, e giustizia sociale non sarebbero più un problema. Il mio maestro diceva che se si avesse questa coscienza di essere un unico corpo, un unico essere, per esempio nessunoruberebbe più, perché sarebbe come sfilarsi di nascosto il portafoglio dalla tasca sinistra per metterlo nella destra, come rubare a se stessi.il cerchio
Ma se questa visione può sembrare utopistica e facilona, se non sentiamo l'uscire di casa come l'uscire dal ventre materno, ma lo sentiamo solo come un cambiamento di luogo, allora le paure del mondo diminuiranno, e ci sentiremo a casa in ogni luogo, a nostro agio anche nelle situazioni più pericolose. Questo naturalmente non significa essere superficiali e falsi ottimisti. Tutti vediamo ciò che di peggio l'uomo può partorire nell'ambiente e verso gli altri uomini, ma questo proprio perché l'egoismo ci isola e ci separa dal mondo. Convinti di essere uno contro tutti ci occupiamo solo del nostro benessere e dei nostri interessi, considerando gli altri fuori della nostra casa.
Quando usciamo di casa, percorriamo la strada che ci separa dal lavoro cercando di mettere anche in questo tragitto la massima consapevolezza, di utilizzare anche questo tempo come pratica Zen per la nostra vita. Nel camminare, anche se non possiamo adottare la camminata Kinhin* perché troppo lenta, manteniamo l'attenzione sulla respirazione. Inspirando osservo tutte le cose che sono davanti e attorno a me come facessero parte di me, come se entrassero tutte in me. Espirando tutto il mio essere si allarga su tutte le cose che vedo come se diventassi parte di tutto ciò che vedo. Questa meditazione camminata ci aiuta a sentirci parte del mondo, a non sentirci esseri isolati che stanno iniziando una giornata. Se aspettate l'autobus rimanete immobili e respirando profondamente, osservate tutto ciò che scorre davanti a voi e rendetevene partecipi, non rimanete chiusi nei vostri pensieri, cercate di essere immerso nella vita.
Una volta sull'autobus usate la massima attenzione nei confronti di tutti, se siete stretti e stipati, considerate di essere un corpo unico con tutti, non che gli altri stanno occupando posto libero del vostro spazio. Se siete in auto, al mattino evitate di ascoltare la radio, per le informazioni avrete tempo tutta la giornata, e per la musica per quanto possa risultare piacevole, vi allontana dalla realtà che state vivendo, e i vostri gesti diventano automatici. Scegliete percorsi differenti che vi richiedano più attenzione dei soliti, anche se dovete allungare un po' i tempi di percorso. Non consideriamo il tragitto da casa al lavoro come un tempo di "trasferimento" tra un luogo e un altro, ma viviamolo come tempo della nostra vita che va riempito al massimo della consapevolezza.
Il tempo non deve scandire la nostra vita, ma sono le azioni consapevoli con la massima qualità e consapevolezza che determinano il tempo.
 
Un maestro Zen diceva:
La maggior parte delle persone è vissuta dal tempo, io invece vivo il tempo.

EVENTI

Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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