La cosa più importante è realizzare che una respirazione efficace, cioè una respirazione che:
- provoca l'integrazione dei blocchi e degli ancoraggi,
- ci rende coscienti del nostro corpo energetico,
- effettua la pulizia del nostro corpo energetico,
- ci dà il benessere e l'armonia,
- partecipa al nostro equilibrio psico-emozionale,
- aiuta la nostra evoluzione spirituale,
- sostiene i nostri differenti processi di guarigione,
è indipendente dal volume d'aria. Essa dipende dalla profondità.
È dunque inutile forzare i movimenti respiratori e respirare con violenza.
Nello stesso modo, il ciclo di respirazione non è stimolato da una respirazione forsennata, ma dalla connessione.
È essenziale insistere sul carattere nocivo del muovere artificialmente un grosso volume d'aria che comporta:
- la fatica e la stanchezza,
- un sentimento di violenza interna,
- la drammatizzazione eccessiva,
- dei danni energetici
- dolori (sopratutto al torace).
Accompagnamento:
Quando il volume d'aria è limitato da varie inibizioni, è inutile forzare la respirazione. Per aprire il respiro bisogna integrare i blocchi tramite la dolcezza respiratoria, un lavoro psico-simbolico e l'energetica.
In caso d'iperventilazione, di crisi emozionale o di dolore fisico, diminuite il volume d'aria per facilitare l'integrazione. L'integrazione avverrà comunque, che le sensazioni siano esacerbate o minime. Allora, perché soffrire?
Se l'accompagnato dimostra una eccessiva timidezza nella respirazione, è utile incitarlo a respirare più forte, a «prendere il suo posto». In tal caso è consigliabile una respirazione nel secondo centro del respiro.²
Se l'accompagnato non sente nulla, consigliategli una respirazione forte che muova molta aria. Ma dopo qualche seduta bisognerà guidarlo nuovamente verso una respirazione dolce e sottile.