- Il rischio di schizomorfia esiste unicamente in quelli che, nel quadro di un processo psicoterapeutico o spirituale, esplorano la realtà simbolica.
- La schizomorfia non è una patologia riconosciuta. In effetti qui si usa il termine filosofico «schizomorfo» – che serve a distinguere una delle tre strutture simboliche (schizomorfa, sintetica, mistica)¹ per definire una forma di delirio che compare a volte fra quelli che praticano dei metodi si espansione di coscienza:
«la via dell'identificazione negli dei e negli eroi immaginari conduce ad una sorta di alienazione: le strutture sono allora definite come schizomorfe (G. Durand) o eterogeneizzanti (S. Lupasco); esse tendono, in effetti, a rendere il soggetto somigliante all'altro, all'oggetto dell'immagine, ad identificarlo con questo mondo immaginario ed a separarlo dal mondo reale. Al contrario, la via dell'integrazione dei valori simbolici, espressi dalle strutture dell'immaginario, favorisce l'individuazione o lo sviluppo armonioso della persona; tali strutture sono dette isomorfe, omogeneizzanti, come degli incitamenti per il loro soggetto a divenire se stesso, invece di alienarsi nell'identificazione con l'eroe mitico».²
continua…