Gli insegnamenti segreti delle sette buddhiste tibetane: la visione trascendentale.

Gli insegnamenti segreti delle sette buddhiste tibetane: la visione trascendentale.
Il libro è una presentazione del corpo degli insegnamenti segreti delle scuole buddiste tibetane, chiamato gsang hai gdam ngag (si pronuncia Sang wai Dam ngag). Le teorie esposte e le riflessioni che le seguono sono in grado di aprire degli spiragli nella nostra mente, spesso avvinghiata alle sue idee come un mollusco sugli scogli, anche se uno dei maestri della David-Neel le faceva notare che, come un po' in tutto il mondo, lo scritto avrebbe avuto poco successo perché le persone non amano tanto la verità quanto quelle idee e teorie che possono affascinare la nostra fantasia.
Ma se anche un solo argonauta di questo sito vorrà approfondire questi insegnamenti potremo dire non sarà stato inutile presentare questo libro.

Vi propongo un estratto, per valutare il livello e la profondità di questa opera:

«il significato della parola "vuoto", che abbiamo già usata e che torneremo ad usare in seguito, ha provocate numerose dispute e accese controversie tra i filosofi buddisti. Pochissimi occidentali sono riusciti a capirne il significato. I Teravada (hinayana) e i Maestri mahayana ne danno interpretazioni diverse, ma non attribuiscono mai al vuoto di cui parlano il significato di nulla.
"Nulla" è una di quelle parole che si usano spesso senza cercare di farsi un'idea chiara di quello che significano. Il Nulla Assoluto è inconcepibile. Colui che dice "Nulla" si incorpora in questa vacuità per il semplice fatto che egli stesso, per poter avere l'idea del nulla, deve esistere. Quindi l'idea di nulla, come quella di spazio e tempo definiti e limitati o assolutamente infiniti, è soltanto una vaga immaginazione della nostra mente che tenta invano di trascendere la sfera limitata del suo potere di percezione, di rappresentazione e di comprensione.
…vuoto significa vuoto di natura propria, privo di un "sé" distinto ed indipendente dagli elementi che lo compongono, che lo rendono percettibile, attivo, efficiente.
Abbiamo già spiegato che tutto ciò che è "composto", che è costituito dall'unione di parecchi elementi (come una casa è fatta di mattoni, legno ecc.) deve essere considerato un insieme, non un Io vero e proprio. Così, l'individuo è vuoto, tutte le cose sono vuote, perché non hanno una natura propria, sono solo l'insieme delle parti che le costituiscono.
È in questo modo che i Tera della scuola meridionale Hinayana spiegano il significato della parola "vuoto".
Per il Mahayana "vuoto" ha il significato di "relativo". Tutto quello che esiste, esiste in rapporto ad un'altra cosa, si basa su un'altra cosa e non esiste che in ragione di questo rapporto. A causa di questo rapporto che è la base della loro esistenza, gli individui e tutte le cose sono privi di essenza propria. Sono semplicemente prodotti dovuti all'incontro e alla coesistenza di cause diverse. Non sono né autogeni né autonomi e di conseguenza sono soltanto dei nomi che coprono un vuoto di realtà intrinseca.
Queste due spiegazioni danno risalto allo stesso fatto; negli insegnamenti segreti le troviamo entrambe».

Di questo libro ho trovata una copia marcata Reprint, non è una stampa editoriale ma una copia anastatica impaginata che ho trovata in una libreria di Milano. Alcune librerie on-line ne offrono copie delle edizioni MEB del 1997. Non dovrebbe essere difficile da procurarsi, ma nel caso non riusciste contattatemi.

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