Coerenza fra il fare ed il credere

Coerenza fra il fare ed il credere
Non penso che si tratti semplicemente di ipocrisia o di incapacità a seguire un pensiero: a volte la persona sa di non essere coerente e quindi si dimostra, in effetti, ipocrita, ma altre volte si tratta di diversi compartimenti stagni della personalità che, in determinati momenti o situazioni, alternamente prendono il sopravvento. Ci percepiamo come una unità fisica e mentale, mentre dentro di noi abitano più aspetti, personalità e coscienze che si incrociano fra loro e, nel sovrapporsi di questi differenti aspetti, ci danno l'illusione di una persona tangibile e ben definita.

Ad esempio quante persone dicono di credere in un Dio di amore, nella Provvidenza, ma poi temono la vita li travolga, di essere abbandonati e di non avere mezzi di sostentamento?
Così come il credere nella vita eterna dell'anima o nella reincarnazione è in contrasto con la paura della vita di tutti i giorni e la paura della malattia.
Questa spaccatura è percepibile in tutte le persone (anche se con differente intensità) a testimoniare che ci sono pensieri nascosti che sono ben più potenti di quelli che percepiamo a livello cosciente, in quanto si impongono su questi ultimi e sono difficilmente contrastabili proprio perché inconsci.

Certo, molti diranno che questa incoerenza, questa spaccatura è, in realtà, tipica dell'uomo; è molto umana. Anche io penso sia così, ma questo non significa che se è umana, che vuol dire molto diffusa, non si debba cercare di andare al di là e provare a scavare dentro il perché di questo comportamento.

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Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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