Storia di una seduta in acqua fredda

Storia di una seduta in acqua fredda
Una mattina di circa dodici anni fa, mi sono recato a casa di un cliente per fare una seduta in acqua fredda, visto che nella sua abitazione aveva una spaziosa vasca da bagno. Era una delle ultime sedute del suo ciclo di respirazione ed avevo deciso per l'acqua fredda onde cercare di portare a galla alcuni blocchi che percepivo, ma non riuscivo a fargli manifestare.

Abbiamo iniziato parlando di alcuni aspetti della sua vita e di alcuni schemi di comportamento, poi abbiamo approfondito le modalità di svolgimento di quel tipo di seduta, quindi abbiamo iniziato.
Ho riempita la vasca di acqua a temperatura ambiente (si era in inverno) e la persona (che chiamerò con il nome di fantasia di Guido) si è immersa in costume e boccaglio nell'acqua. L'immersione, di solito, viene effettuata lentamente per dare modo al corpo di abituarsi alla temperatura dell'acqua fredda. Alla fine, completamente immerso nell'acqua, Guido ha respirato per circa venti minuti.
Quando è riemerso dalla vasca, l'ho aiutato a sdraiarsi su di un materasso lì vicino e gli ho messe sopra delle coperte per riscaldarlo, poi ho aspettato che integrasse quanto vissuto poco prima. Mi è sembrato dormisse e l'ho lasciato riposare.

Dopo un certo tempo, Guido ha riaperto gli occhi, si è guardato intorno osservando stupito il soffitto, poi i muri, i mobili e infine, fissandomi, ha chiesto: "dove sono?"

C'è voluto qualche istante per realizzare che Guido aveva perso la memoria! Non ricordava dove fosse, quale fosse la sua professione, il fatto che avesse moglie e figli e tutto il resto.
Confesso che, essendo agli inizi e non avendo molta esperienza, mi spaventai molto. Cercai di raccontare delle cose della sua vita a Guido per vedere se la memoria tornava. La seduta era iniziate alle 8.30 ed erano le circa le 10 del mattino.

Piano piano, facendogli domande sulla sua vita e, contemporaneamente, rivelandogliene alcune io, intorno alle sei del pomeriggio aveva recuperato gran parte della memoria: mancavano ancora alcuni particolari del mattino, dato che la memoria aveva iniziato a ritornare a partire dai ricordi più antichi. Il giorno dopo ricordava tutto, tranne la seduta: il ricordo di avermi aperto la porta e di cosa era avvenuto dopo non gli è mai tornato, infatti i suoi ricordi cominciano dal risveglio avvenuto dopo la seduta.Tengo a dirvi che per aiutarlo a recuperare, ho iniziato col chiedergli la sua data di nascita e cose del genere per poi passare via via a cose più recenti. Il tentativo fatto inizialmente di fargli tornare alla mente le cose appena accadute o dei giorni precedenti non aveva sortito effetto.

Ho, ovviamente, riflettuto molto sull'accaduto e fatto delle mie teorie. Sicuramente la persona aveva delle resistenze fortissime ad entrare in contatto con alcuni rimossi emotivi che riguardavano la sua infanzia. Quando tali rimossi sono affiorati alla coscienza, provocandogli della sofferenza, Guido può aver (inconsciamente) decisa una strategia che gli ha permesso di ricacciare nell'inconscio quello che aveva ricordato nonostante le sue difese.
A livello fisiologico invece, l'immersione nell'acqua ad una temperatura intorno ai dieci gradi può aver causato una forma di choc cerebrale che ha innescato i fenomeni che ho descritto: una cosa non esclude l'altra, ovviamente. Dopo averne parlato con alcune persone in Francia, ho iniziato ad utilizzare una temperatura più elevata dell'acqua, circa venti gradi. Tale temperatura viene percepita come fredda, poiché più bassa di quella corporea, ma non crea problemi fisiologici e non forza in modo esagerato il rilascio emozionale durante la seduta.

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Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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