Sant'Antonio fu un anacoreta egizio, nato a Coma nel 250 d.c., asceta e mistico. Le sue spoglie furono portate in occidente dai crociati nella Francia meridionale (Arles), e da quel momento il suo culto ebbe grande diffusione. Tale culto si fuse, come spesso avvenuto per i santi cristiani, con quello del dio celta Lug, rappresentato come un giovane che regge un cinghiale, animale sacro a tale popolo. Con un'operazione di sincretismo, la figura del santo si sovrappose a quella del dio Lug e divenne guardiano dell'inferno e dispensatore di fuoco agli uomini (da qui deriva la tradizione dei falò per la sua festa). Il cinghiale invece divenne l'immancabile maialino di ogni rappresentazione del santo, che sarebbe stato un demone, ammansito dall'Abate.A parte questa sovrapposizione di figure fra il pantheon celta e quello cattolico, sant'Antonio Abate era un santo di spessore, vissuto per tutta una vita nei monasteri del deserto (i resti del cristianesimo egizio li ritroviamo fra i copti di oggi) e perciò vi offro questo passo, tratto dalla Filocalia, raccolta di testi di ascetica e mistica della chiesa orientale.
…la mente inizia il suo risveglio quando attorno a lei le voci dell'esteriorità fanno silenzio, e soltanto la voce interiore parla. Nel silenzio nasce nella mente quella parola essenziale che è offerta accettevole a Dio e dono di salvezza all'uomo.
