Dipendente dalla madre
Dall'azienda oppure dalla società,
l'uomo non è solo suddito.
C'è un selvatico nel suo cuore:
forte e amoroso.
Ho amato molto questo libro, in un'epoca in cui maschile sembra essere diventata una brutta parola, Claudio Risè si è dedicato a presentarlo in modo diverso, cercando di mostrarci la visione di un mondo in cui il sapere maschile e femminile sono diversi e complementari ed entrambi meritano di essere onorati e rispettati.
Allego la quarta di copertina così come pubblicata dall'editore, perchè la trovo molto chiara e ben fatta: buona lettura.
L'uomo ha paura: di lasciare la madre, di emanciparsi, di crescere, di diventare se stesso. Ma quando finalmente intraprende questo viaggio, magari semplicemente accettando la vita, una figura compare a prenderlo per mano, in sogno o in veglia: l'uomo selvatico. Il selvatico è un aspetto del maschile che è stato letteralmente bandito dalla vita dell'uomo. Contro di lui è stato lanciato un interdetto religioso, anche se personaggi come Francesco d'Assisi l'hanno ben rappresentato; e un interdetto sociale: le "buone maniere" sopportano male tanta libera naturalezza. L'uomo ha così perso la relazione con il proprio istinto maschile, in cui risiede la sua forza e il suo autentico sentimento. Attraverso una lettura di sogni, leggende, miti dei perduti "misteri maschili", questo libro traccia il percorso che ogni uomo deve seguire per ritrovare la propria spontaneità.
Claudio Risè
Il maschio selvatico