Quando tutto cambia, cambia tutto

Quando tutto cambia, cambia tutto
L'ego corre nel tempo come un criceto nella ruota, quando si volge al passato rimpiange ciò che non ha avuto o che non ha più, quando guarda il presente è triste perché gli manca qualcosa che desidera tanto, è sicuro e giura che se riuscirà ad averla sarà felice, ma quando arriva, dopo che è passata l'ebbrezza della novità, e guarda il futuro, comincia ad avere paura di perderla o che qualcuno gliela porti via (e se non dura? E se fosse la scelta sbagliata)?

Preferisce stare per trent'anni in un lavoro che odia o in una storia che lo nausea piuttosto che rischiare di osare giocarsi i suoi talenti in un lavoro che lo appassiona veramente o in un amore di autentica novità. Perché la ruota del criceto è monotona ma è prevedibile, quindi sicura. Persino la prevedibilità che ti annoia a morte è preferibile al rischio della responsabilità di andare contro le credenze inculcate, come l'aquila di De Mello che non osa volare e si rassegna a razzolare nel cortile, frustrata come Madame Bovary e rancorosa come il vecchio Scrooge.

Per l'ego il cambiamento, per quanto implorato, è terrificante. Solo l'anima sa che il cambiamento è una possibilità di trasformazione, un mutamento, e che non è solo una fine ma anche un inizio. L'ideogramma cinese per crisi fa coincidere la fine delle possibilità con l'inizio delle opportunità.

Il cambiamento è certamente una fine. Un senso ha concluso il suo ciclo. Un sogno si è dissolto. Le tue sicurezze sono crollate, ciò che possedevi non c'è più. Sei libero.
Se quando le cose cambiano riesco a non lasciarmi turbare più di tanto. Se riesco a limitarmi a osservare, non solo ciò che sta finendo ma anche ciò che sta (inevitabilmente) iniziando, non vivrò solo la paura della fine del noto, ma anche il fascino di essere testimone di un nuovo modo ( mondo) che sta nascendo.

Praticando la nobile arte del distacco può succedere che anche le situazioni più spaventose non mi spaventino più di tanto: Quel che e stato e stato. È tutto a posto. La vita va avanti. Ho vissuto questa situazione più di una volta e posso farlo di nuovo. Finora sono sempre sopravvissuto e, finora, ogni cambiamento è stato per il meglio (evolutivo). Perché dovrebbe cambiare ora?
Non posso risparmiarmi l'esperienza del cambiamento.
Nei cambiamenti esistenziali (quelli delle grandi sofferenze), si muovono energie sistemiche così ramificate e potenti che non sono sotto il mio controllo, l'esperienza è quella della terra che frana sotto i piedi, e quando la terra trema l'unica cosa che puoi fare è cercarti un riparo.

Quando una esperienza cessa vuol dire che è successo l'inevitabile, allora cambiare è necessario. La, nel fondo della nostra anima lo sappiamo: la fine è inevitabile perciò cambiare è necessario. La vita che ammuffisce ripetendosi sempre uguale a se stessa muore, nella stagnazione e nella ripetizione automatica di gesti, pensieri e sentimenti, quel che succede è che l'anima si stacca dalla coscienza, la coscienza entra in loop, tutto appare meccanico e monotono.

Il cambiamento arriva perché la nostra vita ha bisogno di nuovi scenari, nuove energie, nuove motivazioni, la nostra anima ha di nuovo bisogno di un sogno, è allora che il vento dello spirito comincia a soffiare. Quando soffia il vento che spazza via tutto il marciume della corruzione e dell'indifferenza in cui il nostro sogno è finito, è inutile lamentarsi, l'unica cosa è trovare un riparo affinché non spazzi via anche noi, e poi uscire incontro al nuovo, ad un sole nuovo, ad una terra nuova, a una nuova utopia.

Possiamo staccarci dalle credenze che l'ego nutre sul cambiamento, e affidarci al sapere dell'anima sul cambiamento.
Passiamo la vita a temere che si realizzino le nostre peggiori paure. In realtà la maggior parte delle cose che ci spaventano non accadono. E quando accadono non ci spaventano come quando temevamo che accadessero. Abbiamo saputo affrontarle a volte con dignità, altre volte scalciando e urlando, ma ne siamo sempre usciti. Mai da soli. Siamo sempre stati aiutati, ma ne siamo usciti noi.

Il sapere del cambiamento ci ha insegnato che ciò che nella situazione della crisi (che precede e annuncia sempre il cambiamento) chiamavamo fine del mondo, dopo un po' si è rivelata essere una rinascita: pensieri nuovi, amori nuovi, spirito nuovo, vita nuova.
La vita è cambiamento continuo, quando l'ego entra in loop non si blocca la vita (anche se questo lui sperimenta), ciò che si blocca in realtà è il flusso di consapevolezza, che comincia a girare come un turbine senza direzione. È la mente che si intrappola nella ruota del criceto, mentre tutto intorno la vita continua ad accadere, che noi ne siamo consapevoli o no per la vita è indifferente, lei fa il suo mestiere crea e distrugge continuamente, incessantemente. Perché il divenire è il processo vitale stesso, il processo infinito di fine ed inizio che dalle spoglie della fine rinasce, come l'araba fenice.

La vi­ta è divenire, mutazione incessante e quando non c'e niente che muta, allora non c'è vita autentica. Tutto ciò che vive si trasforma per poter divenire sempre più compiutamente se stesso. E tutto vive, tutto scorre.

Ciò che non c'è più va pianto. Nel momento del dolore è troppo pre­sto per parlare di ricominciare, solo le lacrime danno giuste parole al dolore. In quel momento semplicemente non è possibile godere delle nuove energie che quella fine ha suscitato e liberato, ma non è mai troppo presto per piantare nella coscienza il seme della speranza. Non di una speranza ingenua e ipocritamente consolatoria, nel dolore l'ipocrisia è insopportabilmente molesta, come ben ha denunciato Giobbe.

La speranza saggia deriva dal sapere dell'esperienza, dall'osservazione distaccata dell'esperienza, quando si è in grado di smetterla di farne un fatto personale. (la pioggia non cade per fare un dispetto, e il sole non splende perché te lo sei meritato). È se guardiamo la nostra storia a rispettosa distanza, sappiamo, perché, lo abbiamo osservato tante volte nella vita nostra e in quella degli altri: "Quando si chiude una porta, si apre un portone". Ovviamente sempre che siamo disposti a saltar fuori dalla ruota del criceto, abbandonare le credenze ancestrali e lasciar che vengano infrante le nostre auto immagini infantili. Qualsiasi cosa tu abbia perso: il lavoro, la casa, partner, la fiducia, il sogno più bello, le speranze, persino la salute… hai in ogni caso una scelta: o ti metti a correre ancora più forsennatamente nella ruota del criceto o ne salti fuori e cominci una nuova esistenza individuando altre vette da esplorare, altre vie da aprire. La scelta è nostra e qualsiasi sia, per la vita sarà indifferente, lei continuerà a proporci possibilità di realizzazioni possibili, con il medesimo amore con cui le propone a chiunque dei suoi figli.

L'unica cosa che ti da la forza di perseverare nella direzione dei tuoi sogni, desideri, obbiettivi è l'amore che hai per quella cosa, che per te è così importante, cosi di valore, che niente può prendere il suo posto nella tua mente e nel tuo cuore. Se il tuo amore è forte abbastanza avrai la perseveranza di andare avanti a dispetto dei dubbi, dei dispiaceri, delle paure, delle incomprensioni e di tutte le persone che ti diranno che è impossibile realizzarla. In questo infinito Universo l'unico fallimento è la rinuncia e l'unica cosa impossibile è ciò che non tenterai mai di fare. (S. K. King)

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Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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