"Attualmente sono centinaia le specie, animali e vegetali, a rischio di estinzione a causa di eventi connessi direttamente o indirettamente all'azione dell'uomo: inquinamento, alterazione dell'ecosistema, caccia indiscriminata, variazione climatica indotta, sono i principali fattori che stanno inesorabilmente segnando la fine di diversi gruppi biologici, molti dei quali – ironia della sorte – comparvero sulla faccia della Terra, ben prima che l'Uomo rientrasse nei piani della Natura. In un futuro – forse neanche tanto remoto – anche l'Uomo sarà spazzato via da una crisi biologica. Non si tratta di una previsione, ma di una certezza: la Natura insegna che, quando una specie prende il sopravvento sulle altre, imponendosi come dominante, incontrastata, non fa altro che avviarsi, lentamente, verso il proprio declino. L'estinzione, in altri termini, serve come evento riequilibrante, sotto il profilo biologico: cancellare le specie dominanti per dare spazio a nuove, sempre più evolute, espressioni del concetto di Vita" (da "Il destino della Terra", di Giancarlo Varnier)".
Ricordiamoci di questa differenza: quando, ciechi, non ci prendiamo cura del nostro ambiente, quando ci dimentichiamo che noi siamo parte integrante dell'ecosistema di questo pianeta, ecco che contribuiamo alla nostra scomparsa. Il pianeta è vivo, ma non è una persona: non umanizziamolo! Quando diciamo che la natura si ribella all'uomo, dimostriamo solo di ignorare le leggi del karma e della concatenazione dei fenomeni, oltre che instillare in alcuni la voglia di "schiacciare la ribellione". Chi pensa di avere bisogno di altro tempo per capire, ricordi che forse di tempo non ce ne rimane molto. La Terra che ne uscirà sarà molto diversa da ora, ma sarà ancora viva, al contrario di noi e di molte altre specie.