I momenti morti

I momenti morti
Parliamo dei cosiddetti "momenti morti", cioè quei naturali lassi di tempo quotidiano, che ognuno si trova a vivere nei quali non accade nulla. Ad esempio quando si sta in attesa di qualcosa, o ci si ritrova soprapensiero, oppure non si sa cosa fare o si sta semplicemente lì, senza essere calati in nessuna azione specifica.

Come l'estinzione delle api sarebbe gravissima per l'equilibrio dell'ecosistema, così la sparizione di questi momenti sarebbe un serio problema per il nostro equilibrio psichico.
Eppure molti rischiano di imboccare questa strada a causa della "connessione continua" offerta dai telefoni cellulari e da Internet, oggi sempre più spesso uniti nello stesso strumento elettronico. Connessione con gli altri, innanzitutto: alla fermata di un autobus, in una sala d'attesa, in coda in automobile, appena c'è un possibile momento morto si telefona, si inviano sms, si chatta.

E se non è con gli altri, è con un giochino su cellulare o pc oppure si sfoglia l'agenda elettronica o altro: sono mille le "sirene digitali" che impediscono alla nostra mente (e quindi al cervello…) di vivere un tempo vuoto, anche molto breve.
E questo è un danno psicologico, perché anche se vengono chiamati "morti", questi momenti sono invece fondamentali per la nostra vitalità psichica e mentale: è in essi che si verificano molte intuizioni, spunti, elaborazioni, ripensamenti e ricordi, a cui altrimenti non saremmo mai giunti e che invece possono rivelarsi fondamentali. Senza contare, tra l'altro, che la nostra mente ha l'assoluta necessità di non essere sempre in piena attività e ogni tanto ha bisogno anche di annoiarsi, di girare a vuoto, di distrarsi: sono momenti essenziali per il suo costante rinnovamento.Svuotare la mente…per farla ripartire.
Il problema è che spesso non ci accorgiamo di star perdendo un tesoro così prezioso, perché anche quando proviamo noi a non connetterci sono gli altri a contattarci. È diventata un'abitudine, un automatismo, ma se vogliamo salvaguardare il nostro ecosistema interiore dobbiamo proteggere, con la stessa consapevole sollecitudine che si ha per una specie animale in via di estinzione, questi momenti in apparenza insignificanti ma in realtà così indispensabili alla nostra natura.

 

In breve: cosa accade quando "riempi" ogni istante

  • Scoppia l'insofferenza anche per una minima attesa.
  • Si riducono le intuizioni e l'elaborazione di nuove idee.
  • Si fa fatica a rilassarsi, fisicamente e mentalmente.
  • Ci si sente stanchi e non si riesce a concentrarsi.

 

I momenti da usare bene

  1. Le attese: Anche in coda alle poste o in una sala d'aspetto puoi osservare ciò che accade, lasciar affiorare ricordi, associazioni utili alla tua creatività.
  2. Il soprapensiero: Incantarsi, lasciar vagare la mente è un'attività che depura il cervello, lo porta in una dimensione ricca di senso.
  3. Il viaggio: Specie nel traffico, è uno stimolatore di stress e arrabbiature. Ma se diventa un'occasione per far vagare libera la mente, trasformi una noia in un momento rigenerante.

I tempi di pausa ti aiutano a ricordarti… di te

 

Osserva te stesso

Per trattenerci dall'essere attivi anche nei tempi morti è utile ogni tanto usare la tecnica dell'osservazione di sé. Mentre siamo in pausa, in attesa, in coda o altro, proviamo a "ricordarci di noi", a percepire la nostra presenza lì e in quel momento, ad esempio dicendo a noi stessi: «Io sono qui, sono io, sono presente, ci sono, ho me stesso, mi sento».

 

Non riempire tutto

Molti, appena c'è un piccolo vuoto di tempo, devono correre a rispondere a una quantità enorme di sms e mail, che giornalmente si rinnova e a cui "non si può non rispondere". Stabiliamo precisi momenti del giorno per questa attività, impedendole di insinuarsi come l'acqua in qualsiasi spazio disponibile.

 

                                                                                        Mary Hoffer 

 

 

 

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