Colui che conosce il segreto della sua anima e le caratteristiche del suo corpo può comprendere anche le cose del Mondo Superiore, perché l'uomo stesso è un mondo in miniatura.
(Ibn Ezra – Esodo 25,40)
"dalla mia carne avrò la visione di D-o"
(Giobbe 19,26)
Da millenni, nelle varie tradizioni terapeutiche, il piede è riconosciuto come sede privilegiata di zone riflesse che sono in diretta connessione con le altre parti del corpo. Nell'Albero delle Sefiròt, i piedi sono associati a Malhùt, il Regno, sefirà legata alla terra, al mondo materiale e all'infinita quantità di conflitti e di negatività che esso contiene.
Di Malhùt nel Talmùd si dice "i suoi piedi scendono nell'abisso della morte" alludendo al fatto che i piedi, più di ogni altro organo del corpo, riflettono in maniera drammatica il vissuto, e i disagi della nèfesh, nella sua esperienza quotidiana di Malhùt, del mondo terreno. Grazie a questa tendenza ad assorbire la negatività, i piedi sono anche l'organo più adatto a comunicarci, con il loro disagio, l'urgenza delle trasformazioni richieste dal processo di evoluzione.
La riflessologa Batsheba Teroller, direttrice di una delle più prestigiose scuole di naturopatia di Israele, oltre a fare precise segnalazioni riguardo alla condizione emozionale psichica e spirituale, lavora anche sul piano fisico, attraverso un particolare massaggio volto alla rimozione di traumi e dei blocchi energetici che impediscono il libero scorrere della vitalità.
