Di fronte al respiro

Però questa risposta, in qualche modo non mi ha completamente soddisfatto. Avevo postato sul sito, tempo fa, un articolo sulla paura di respirare, che spesso le persone provano all'inizio di una seduta, ma non mi sentivo più in quella condizione.
Non posso dire di avere veramente paura di quello che posso incontrare respirando, quando il mio ciclo circolare si attiva e inizia a lavorare dentro di me. Allora cos'è quella sensazione di timore che pure provo quando mi sdraio per una autoseduta?

Secondo Brinkmann il panico non sarebbe un meccanismo fisiologico di difesa o una risposta inadatta. Non sarebbe neanche una restrizione dello spazio di coscienza, con relativa diminuzione del livello delle facoltà mentali. Il panico sarebbe quella sensazione comune a quanti si ritrovano immersi nelle "misteriose e selvagge regioni dell'esistenza elementare".
Anche Hillman, nel suo "Saggio su Pan" parla dell'uomo che si trova di fronte alla manifestazione del sacro (un fulmine che colpisce un albero ad esempio) ed del timore che lo invade.

Ecco che, ripensando a queste parole, ho capito che quella che vivo io non è la paura come la si intende comunemente: non temo di incontrare mostri rimossi. Quello che mi riempie il cuore ed il corpo di fremito quando mi accingo ad iniziare la mia seduta su di me (ma anche sulle persone che accompagno) è il timore di un uomo che si trova di fronte al Divino, all'essenza stessa della vita. La sento scorrere dentro di me!
Io conosco il respiro e le sue vie, lo pratico da molti anni; l'ho studiato in tante forme, ma ancora oggi non posso dire di conoscerlo completamente. Io preparo la seduta, conosco le tecniche, l'esperienza e l'intuito mi accompagnano per mano, ma c'è un punto oltre il quale non vado e non posso andare con la comprensione quotidiana.
Un punto oltre il quale mi devo affidare, perché non so cosa mi arriverà esattamente da quella esperienza. Vedo l'energia muoversi, ma non so la sua origine primordiale quale sia. È aldilà di ogni studio, conoscenza ed esperienza.

E quando mi sdraio per iniziare a respirare, che sia la mia seduta o sia un altro a prepararsi a quel momento, sento di avere di fronte il Divino che si manifesta attraverso le vie della Natura.
Vie insondabili, che possiamo studiare e sperimentare, ma alle quali dobbiamo saperci abbandonare con fede, per essere portati come dalla corrente di un fiume. Portati e sostenuti.

Ho capito che il respiro è il mio modo di avere fede.

EVENTI

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