Mi ricordo ancora con che batticuore aspettavo arrivasse il 30 agosto. Spiavo dal terrazzo il piazzale dei giardini pubblici, dove venivano montate le giostre, primo segnale della festa a venire. Tutta la città si riempiva di bancarelle di ogni genere, dalla porta dei cancelli fino a piazza della Libertà, passando per via Garibaldi e così via, era un susseguirsi di esposizioni di giocattoli, dolciumi, cose da mangiare, oggetti strani come l'artigianato africano (strani ai miei occhi di bambino) ed era tutto un "papà, mi compri…". Mi rendo conto solo ora della pazienza che, a volte, hanno i genitori!
Al 31, la mattina presto, le donne portavano ai forni dei panettieri le teglie con le papere ed i cannelloni, affinchè le cuocessero nei forni del pane (la cottura delle papere richiede molto tempo e sono di grosse dimensioni in confronto ai piccoli forni casalinghi di una volta). Le strade si riempivano di quei profumi, così tipici di quella giornata.
Purtroppo sono molti anni che non riesco ad andare a Macerata per la festa del patrono e così, scrivendo queste poche righe, è un po' come se fossi lì, in giro per le vie del centro, a mescolarmi fra gli altri maceratesi…
San Giuliano, che era un cavaliere ospitaliere, è il patrono di Macerata e, secondo alcuni studiosi, sarebbe un caso di festa cattolica sovrapposta ad una precedente festa pagana, legata al mito solare. In questo caso San Giuliano rappresenterebbe il Sole nel segno del Leone. La fiera che invade la città per due giorni (30 e 31 agosto), risale invece all'anno 1675, quando l'allora papa Clemente X concesse il diritto a tenere la fiera per due settimane.