Negli ultimi anni Prigogine lavorò alla matematica dei sistemi non-lineari e caotici e propose l'uso dello spazio di Hilbert allargato in meccanica quantistica come possibile strumento per introdurre l'irreversibilità anche nei sistemi quantistici.¹
In questo suo libro, Prigogine cerca di presentare le sue teorie al grande pubblico e anche se il testo, alla fine, non risulta semplicissimo da approcciare, il risultato è comunque efficace. Il taglio che l'autore gli ha dato è molto filosofico perchè, a mio parere, cerca di inquadrare il caos nella cosmogonia di tutti i giorni, così come noi la percepiamo. L'argomento è affascinante perchè affronta l'idea di ordine e stabilità insiti nella nostra visione del mondo. Prigogine mette in dubbio il concetto stesso di legge di natura che «era associata a una descrizione deterministica e reversibile del tempo, in cui futuro e passato avevano lo stesso ruolo». Per lui il caos non è, come spesso si tende a pensare, simbolo di distruzione (morte termica dei sistemi), ma il modo con cui i sistemi stessi attingono alla creatività e rinnovano se stessi. Per lui, infatti, la creatività non è un'esclusiva della razza umana, ma una caratteristica di ogni aspetto del cosmo.
Ilya Prigogine
Le leggi del caos
Editori Laterza