«Tempo sprecato», disse. «La maggior parte dei lettori e delle persone interessate a questo argomento si assomigliano in tutto il mondo. Sono sicuro che la gente del tuo paese è come quella che ho incontrato in Cina e in India. Se si parla loro di Verità profonde sbadigliano o, se hanno il coraggio di farlo, se ne vanno. Se invece si raccontano loro favole assurde sono tutt'orecchi. Vogliono che gli insegnamenti religiosi, filosofici o sociali che vengono loro impartiti siano piacevoli, conformi ai loro principi, che soddisfino le loro inclinazioni e approvino la loro condotta».
A questo proposito il Maestro non mi insegnava niente di nuovo. Centinaia di volte, in Occidente, mi era capitato di sentire uomini e donne esprimere il desiderio di trovare una religione che li soddisfacesse, o rifiutare una dottrina con queste parola: «Non mi soddisfa». Che cos'era, dunque, quel qualcosa che voleva essere gratificato, soddisfatto? Era l'insieme di false nozioni, di assurde tendenze, di volgari sensualità che si nasconde sotto quel burattino che chiamiamo «Io». Pensai allora a tutti i devoti che si intossicano con il fumo dell'incenso e il suono dell'organo nella penombra delle cattedrali, certi di essere sulla buona strada per raggiungere le più alte vette dello spirito. Pensai a tutti coloro che, non importa a quale religione o fede secolare appartengano, si emozionano al suono di certi nomi, di certe parole che sono soltanto rumori vuoti, privi di realtà.
«Possiamo», disse il Maestro, «In linea di massima, fare una distinzione fra tre tipi di individui: quelli completamente stupidi; quelli che possiedono una intelligenza media, che riescono a capire alcune Verità particolarmente evidenti; quelli dotati di un'intelligenza caratterizzata da una notevole intuizione, capaci di vedere oltre la superficie del mondo dei fenomeni materiali e mentali e di afferrarne le cause».
« È sufficiente guardare questi ultimi, dire loro :"Osservate le cose da questo punto di vista, tenete in considerazione anche questo" ed essi percepiranno quello che c'è da percepire là dove si è detto loro di guardare; capiranno subito qual è la cosa che si è detto loro di osservare».
«Gli insegnamenti considerati segreti possono anche essere gridati per la strada: rimarranno sempre segreti per gli stupidi, che potranno sentire il suono delle parole, ma non capirne il significato».
«I "segreti" sono tali non grazie al Maestro, ma grazie a colui che ascolta. Tutto quello che il Maestro può fare è aprire la porta: toccherà poi al discepolo riuscire a vedere al di là di essa».
