Manifestazione del campo in una seduta di respiro

Manifestazione del campo in una seduta di respiro
Il fatto che abbia parlato di campo gestaltico non è un invito ad operare un lavoro psicologico sull'accompagnato, ma serve a rimandare ad una visione più conosciuta del concetto. Il campo stesso, a mio vedere, deriva dalla visione buddhista legata all'originazione interdipendente, secondo cui ogni fenomeno è al tempo stesso causa ed origine di infiniti moti e non esiste di per sè. Ogni cosa influenza il suo ambiente e ne è, costantemente, influenzata.

Come questo si rispecchia, dunque, in una seduta di rebirthing?

Iniziamo riprendendo una definizione di Buonomo sul campo: "Affinché un campo esista, ci devono essere degli oggetti in relazione tra di loro in uno spazio fisico ed in un tempo dato. Perché un campo mentale si determini, è necessario che due o più persone si incontrino condividendo determinati contenuti o temi. Quando due o più persone si incontrano, su queste basi, creano una struttura significativa".

Chiaramente, nel corso di una seduta si verifica la relazione nello spazio e nel tempo fra almeno due soggetti, ovvero l'accompagnatore e l'accompagnato. La condivisione di contenuti e temi è anch'essa presente ed è un elemento particolarmente significativo. Qual è la condivisione che si instaura fra i due soggetti? Il cliente arriva con le sue tematiche, le sue aspettative, i suoi schemi messi in moto da eventi accaduti di recente oppure riflessioni che, sapendo di andare a lavorare col respiro, si attivano più del solito e vengono a galla.

L'accompagnatore, dal canto suo, non è immune a queste tematiche. Anche lui si trova nella condizione di attivazione dei propri schemi. Consciamente o no, sente che la persona che ha di fronte è portatrice di alcune tematiche, le quali possono appartenere anche al suo vissuto.

Per semplificare la comprensione vi propongo un esempio: immaginate una persona che abbia un pensiero negativo (visione percettiva) della tecnica che sta per utilizzare in seduta del tipo "con me non funziona". Tale pensiero non è necessariamente dovuto alla tecnica stessa, ma può derivare da una resistenza del soggetto che cerca di negarsi i benefici della seduta che possono apparirgli destabilizzanti del proprio precario equilibrio.

L'accompagnato si sdraia e comincia a respirare avendo in sottofondo questo pensiero (che può anche essere inconscio). La seduta stenta a decollare, il soggetto non ha un ritmo accellerato di respiro o tende a trattenerlo in modo da sabotare l'avvio del ciclo di respirazione. Dall'altro lato c'è l'accompagnatore impegnato a seguire la seduta, che potrebbe trovarsi di fronte ad un suo proprio pensiero negativo del tipo "non sono all'altezza" oppure "il respiro non funziona" o altri ancora. A questo punto, osservando il cliente e la sua difficoltà ad entrare nel ciclo di respiro, si sentirà frustrato e sarà indotto a spingere per ottenere un risultato. Forzerà il cliente a respirare, utilizzerà strumenti o tecniche aggiuntivi per sbloccare la situazione e sarà caduto mani e piedi nel campo. Sarà nello stesso scenario del suo cliente, ma in un differente ruolo o posizione.

Ovviamente in una seduta del genere l'accompagnatore sfodera il suo bagaglio di esperienza per aiutare il cliente, ma deve essere cosciente di quello che sta accadendo per non essere attore inconsapevole di una trama messa in moto dal campo che si è creato fra i due soggetti. In questo modo sentirà le energie che si muovo al proprio interno e riuscirà a mantenere un distacco che gli permetterà di operare. Per questo in altri articoli ho insistito sul concetto di armonizzazione con il cliente e di seduta preventiva dell'accompagnatore: due strumenti che permettono all'operatore di restare centrato nella propria energia, ma continuando a percepire quella agita dal cliente.

Ogni persona che viene a respirare da noi porta un suo bagaglio, anzi, una corrente in movimento di energie che si incrociano con le nostre. Dall'intersezione di queste correnti si generano degli scenari che coinvolgono entrambi gli attori. L'accompagnatore non è un semplice testimone silenzioso, ma partecipa con tutto se stesso alla creazione dello scenario che si attua nello spazio di seduta, un po' come avviene all'interno di una costellazione familiare hellingeriana.

EVENTI

Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
info@innerbreathing.org
P.I 08904860965, C.F. frnntn64h08e783z
Professionista normato
ai sensi della legge 4/2013

INFORMATIVA PRIVACY | INFORMATIVA UTILIZZO COOKIES

L'utilizzo del materiale prodotto da questo sito è possibile solo citando la fonte. Per i materiali dei quali ci è stato concesso l'uso, occorre l'autorizzazione del legale proprietario degli stessi.