Depressione e tristezza

Spesso le persone confondono i termini depressione e tristezza e li usano uno per l'altro, ignorandone il vero significato. «Oggi mi sento depresso» è un'espressione diffusa, ma che spesso risulta abusata. La depressione e la tristezza sono due cose profondamente differenti.
La depressione non ha niente a che vedere con l'essere giù di morale o la mancanza di gioia. La depressione è più un senso di vuoto interiore, una perdita del senso della vita, una mancanza di vitalità. Leggevo che molte persone cadono in depressione proprio quando raggiungono i loro obiettivi, questo perchè, soddisfatto lo scopo esteriore, si accorgono del vuoto interno e si ripiegano su di sè. La depressione è una mancanza di vitalità, un'energia "depressa" appunto, ovvero schiacciata e a nulla vale spingere le persone, con le parole, a reagire. Una delle cose peggiori per il depresso è sentirsi chiedere: «ma che motivi hai per essere depresso?», sapendo che la persona spesso si dibatte proprio nella ricerca delle ragioni del suo malessere senza trovarle.

Come si deve porre un counselor in questa situazione?

Come ben sappiamo, il counselor non è un terapeuta, non cura i suoi clienti, ma li aiuta a riscoprire e ad imparare ad utilizzare i propri strumenti. Non ha modi di effettuare una diagnosi sulla persona che si reca da lui (e non deve neanche!), quindi perchè questo spunto sulla depressione?
Anche se il counselor non ha strumenti per una diagnosi, pure possiamo aspettarci una certa sensibilità umana da lui, sia per la consuetudine al contatto con le persone, sia per l'umanità che si aspetta da ogni persona,
La depressione è un disturbo molto serio, che può avere conseguenze importanti per chi ne soffre, fino ad arrivare al suicidio o, senza spingersi a tali limiti, ad una specie di "rinuncia alla vita", fatta di un chiudersi in se e nei propri spazi.
Il counselor che creda di avere di fronte un cliente con problemi di depressione o che addirittura abbia riscontrato che il soggetto stesso pensa questo, dovrebbe suggerirgli di rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta di fiducia. Può anche proporgli di parlarne con il suo medico di base. Ovviamente quella del counselor è solo una proposta per sostenere il cliente, che poi deciderà come preferisce. Il nostro ambito di intervento, come detto prima, è diverso e non comprende gli aspetti terapeutici. Le sedute saranno condotte come di norma, sostenendo il soggetto a scoprire ed utilizzare le proprie potenzialità e strumenti, senza toccare gli aspetti medicali. Il suggerimento di rivolgersi ad un terapeuta esperto può, però, essere di grande aiuto per la persona che magari non lo ha ancora fatto semplicemente perchè non ha avuta l'occasione di guardare alla propria situazione da un punto di vista differente.
Nel proporre un intervento terapeutico presso uno specialista al vostro cliente, ricordate di utilizzare grande delicatezza in quanto per molti non si tratta di un aspetto facile da accettare. Ho riscontrato personalmente la diffidenza di molti verso gli psicologi, convinti erroneamente che siano adatti solo a persone con problemi mentali gravi.

 


Altre discipline, secondo alcuni, possono concorrere al sostegno della persona in fase depressiva. Un caso di mia conoscenza ha ricevuto un sensibile beneficio dal cambio di alimentazione e da un aumento dell'attività fisica.

EVENTI

Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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