La fecondita’ del dolore

La fecondita’ del dolore
Qualche tempo fa, pranzando assieme al monaco zen Mario Tanryu, ci siamo trovati a parlare del dolore e di come le persone non sappiano più fargli fronte, quando questo si manifesta nella loro vita. Mario mi ha detto, ad un certo punto, che le persone non riecono a vedere la fecondità del dolore.

In ambito olistico, mi capita spesso di sentire discorsi sul dolore che lo definiscono come "incapacità di accettare ciò che la vita ci propone" oppure "incapacità a lasciarsi andare". Questa resistenza sarebbe all'origine del dolore. La realtà non è come ce l'aspettiamo o la vorremmo e questo provoca sofferenza. Non voglio aprire un dibattito su queste interpretazioni e se siano o meno corrette, perchè non è di questo che parlavamo con Tanriy, ma di quello che il dolore può apportare alla persona.
Ogni essere senziente tenta di evitare il dolore e ricerca il piacere1, ma mentre siamo in cammino e il dolore si manifesta nella nostra vita in mille modi ed in mille istanti, ecco che possiamo decidere che cosa farne: rimuoverlo, fare finta di niente, sfogarsi con gli amici su quanto ci sta capitando? Oppure potremmo scegliere di prendere anche i doni che questo dolore potrebbe offrirci?
Non fraintendetemi, non sto dicendo che dovete cercare il dolore per prenderne i doni, ma di prendere i doni del dolore che dovesse presentarsi.

Quando nelle nostre vite si verifica un evento negativo, esso porta con sè, oltre al dolore, anche la possibilità di affrontare i nostri "demoni", le nostre paure o la nostra ignoranza. Possiamo vedere cosa c'è dietro ed arrivare, piano piano, a sciogliere le nostre resistenze. Oppure possiamo imparare qualcosa, sviluppare la nostra compassione, la nostra comprensione dei fenomeni e di come essi si manifestano e accrescere la nostra coscienza.

Non dimentichiamoci, inoltre, che i fenomeni si intrecciano in mille grovigli che non siamo in grado di decodificare. I fenomeni sottostanno alle leggi del caos ed in caos è un ordine che non siamo in grado di comprendere. Chi sa che cosa ci porterà un evento negativo di oggi? Magari è un tassello di un cammino che ci porterà a sviluppare qualcosa di importante, mentre una grande gioia di oggi può avere, dentro di sè, i semi di una perdita di domani.

Non giudichiamo a priori gli eventi della nostra vita, perchè non conosciamo tutti i risvolti di quanto ci accade ed accade intorno a noi e non possiamo valutare quali sviluppi essi porteranno. Certo, non sempre è facile avere questo atteggiamento nei confronti della vita, però possiamo almeno provarci e fare tesoro di ogni momento che possiamo attirare nella nostra vita, un cammino fatto di istanti fuggevoli ed eterni.

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Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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