Storia della tortura

Storia della tortura
Il libro risale agli anni '40 e non riporta tutta quella parte, oramai divenuta storia, che partendo dalle pratiche dei fascismi, attraversa le repressioni in Russia e le tecniche utilizzate in Vietnam e in Sudamerica, per arrivare ad Abu Grahib sino alle repressioni poliziesche dei giorni nostri. Mille e mille casi potrebbero arricchire questo libro, ma ciò per cui lo consiglio non è tanto la storiografia della brutalità umana, che pure è interessante studiare, quanto i capitoli di apertura e chiusura dell'opera.

Il libro si divide, fondamentalmente, in quattro parti principali:

  • aspetti psicologici,
  • storia della tortura,
  • tecnica della tortura,
  • processo alla tortura.

Le più interessanti per me, dal punto di vista del counselor e dell'operatore olistico, sono la prima e la quarta. Le altre due parti illustrano il dipanarsi delle torture nella storia, analizzando le varie culture e nazioni e procedendo alla spiegazione delle tecniche utilizzate, alcune delle quali colpiscono per l'ingegno maligno impegnato per concepirle. Essendo io originario di Macerata, ho notato con (poco) piacere un accenno all'Inquisizione di tale città e ad un efferato metodo di tortura ivi spesso praticato.

La prima parte, quelle relativa agli aspetti psicologici, ci guida alla comprenione del termine stesso, distinguendo fra tortura vera e propria e violenza privata, cercando di presentare al lettore le motivazioni profonde per cui tali pratiche emergono nelle varie civiltà e mettendo l'accento sul fatto che, spesso, la tortura viene "inventata" dal popolo e solo poi applicata dai governi, in tal modo dimostrando che nessuno è innocente in tale questione.

"le masse odiano infatti tutto ciò che non capiscono, ma che allo stesso tempo non possono ignorare, o ciò che non si accorda con i loro desideri e i loro gusti. Non volendo conoscerla, arrivano persino a odiare chi dice la verità. Il loro incendio, durante la guerra del 1914-18, di un importante giornale nazionale, perchè osava dire una verità sgradevole, è un gesto che ha un significato psicologico simile a quello medioevale di bruciare le streghe. La persecuzione subita da John William Gott, nel 1921, per avere criticato la Bibbia, è invece analoga a quella, anteriore di trecent'anni, per aver affermato che la terra ruota intorno al sole, di Galileo. Una minoranza in disaccordo con le elucubrazioni delle masse o con la loro psicologia, ha una debolezza intrinseca che è il segnale che serva alla maggioranza per farle cambiare idea e sradicarla. Per prevenire questo pericolo, tutti i movimenti impopolari debbono agire più o meno nascostamente, e avere un grado di segretezza che è direttamente proporzionale alla loro impopolarità¹".

Questo passo illustra il funzionamento della psiche delle masse quando si trovano di fronte a pensieri, idee e persone che provocano loro del turbamento. Il singolo soggetto non differisce molto dalle masse, se non per il fatto che esse, una volta messe in moto, sviluppano una potenzialità distruttiva estremamente più possente e difficilmente frenabile, una volta lanciata. La spiegazione dello Scott chiarisce anche come mai, di fronte a eventi oramai innegabili, come il declino ambientale e il relativo aggravarsi di altre situazioni (alimentazione, salute, ecc.) vi sia spesso una decisa negazione da parte di una grossa parte dell'opinione pubblica.

La quarta ed ultima parte riguarda invece il processo alla tortura, ovvero le conseguenze che la tortura ha sul livello di criminalità di un paese in cui essa venga applicata e se questa serva o meno a prevenirla. L'autore dimostra come la tortura risponda ad un sentimento di vendetta in primis e come non abbia effetto preventivo, salvo spingerla fino ai limiti estremi della teatralità, facendone uno spettacolo "ammaestrativo" della gente, come avveniva con i roghi e le esecuzioni pubbliche e, anche in questo caso, i dubbi sulla sua efficacia permangono. Conseguenze gravi sulle popolazioni che applicano regolarmente la tortura sono poi la perdita del sentimento umanitario e della capacità di compassione, desensibilizzati dal consumo di violenza cui si è sottoposti. Qualcosa di simile all'effetto estraniante che produce la televisione su chi consuma regolarmente un determinato tipo di programmi. Una menzione particolare va al fatto che l'autore, più di settanta anni fa, abbia avuta la sensibilità di parlare delle torture agli animali, che erano usuali sia nella vita di tutti i giorni sia nelle modalità di macellazione che venivano applicate.

Il libro si conclude con alcune pagine sul cammino per l'abolizione della tortura come auspicio per il futuro della nostra società. È un auspicio che mi sento di condividere, dato che ad oggi il nostro paese non si è ancora dotato di una legge contro la tortura ed una persona che dovesse, eventualmente, essere sottoposta a tale pratica da parte di funzionari dello stato, potrebbe denunciarli solo per lesioni personali, senza l'aggravante della tortura.²

 

Storia della torturaStoria della tortura

 

George R. Scott

 

Mondadori

 

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