Il bilancio delle competenze

Il bilancio delle competenze

Il bilancio delle competenze è un efficace strumento di lavoro che permette, a chi lo mette in atto, di fare il punto sulla propria situazione professionale, sulle proprie capacità ed obiettivi al fine di strutturare un piano di orientamento per la crescita od il cambiamento in ambito lavorativo.

Alessandra Lang, che ho conosciuta a Firenze nel corso di un convegno, mi ha inviato questo articolo in merito, che pubblico con piacere in quanto credo che il bilancio delle competenze debba essere più conosciuto e diffondersi anche negli ambiti del counseling e delle professioni olistiche, per aumentarne la definizione professionale.

 

 

Il Bilancio di Competenze è strumento centrale per l’oggettivazione di aspetti l’autoconsapevolezza da parte di un individuo che intraprende un percorso di orientamento, sia esso aperto, scolastico o professionale.

La figura del Counsellor, esperto nella relazione di aiuto, trova un importante ambito di spendibilità delle proprie competenze nel settore dell’Orientamento e precisamente approfondendo e acquisendo teorie e pratiche legate al Counselling orientativo.

Nel Counselling l’operatore favorisce la creazione di uno spazio fisico e mentale all’ interno del quale il soggetto si legittimi all’espressione di sé: così facendo l’ individuo cerca un rispecchiamento che consenta alle risposte insite dentro di sé (la “saggezza organismica” di Carl Rogers) di “venire alla luce” o per così dire di “uscire dall’ombra”. La metafora dell’ombra come spazio interno poco esplorato e vissuto come minaccioso, ma carico di potenzialità creative, è molto cara agli esperti di Orientamento. Questi non dimenticano che il loro compito è quello di accompagnare la persona in un processo di accompagnamento che la pone al centro riconoscendone l’unicità e valorizzando l’irripetibilità della sua storia di vita.

Ad un percorso di orientamento – individuale o di gruppo – può accedere chiunque desideri dedicarsi del tempo e uno spazio relazionale, fisico e mentale per riflettere sul proprio percorso di vita e sugli aspetti più caratterizzanti del proprio essere nella realtà.

La centralità del soggetto, l’autopercezione, l’ascolto e l’osservazione di sè, la sospensione del giudizio sono gli elementi attivatori di progettualità interna in quanto consentono di vedere con maggior chiarezza i propri automatismi. Il counsellor esperto di orientamento accompagna il soggetto in un “viaggio” per superare il noto a sè ed aprirsi a nuove opportunità nel rapporto con se stessi e con gli altri, imparando ad amare e persino a ringraziare gli automatismi del proprio carattere.

L’ attività di gruppo così come i colloqui individuali finalizzati alla stesura di un proprio Bilancio di Competenze sostengono la persona nel suo bisogno di riprendere in mano il senso e la direzione del proprio cammino in ambito personale, affettivo, lavorativo, culturale.

Il Counselling orientativo mette la persona al centro con la sua umanità e le sue contraddizioni, suggerendo modalità per integrare ed armonizzare obiettivi e comportamenti apparentemente incompatibili e antitetici.

Il Bilancio di Competenze in ambito di Counselling orientativo viene spesso rappresentato graficamente con una bilancia: questa immagine richiama alla possibilità di dare credito alle nostre aspirazioni al fine di cercare la via percorribile tra ciò che desideriamo la realtà che ci circonda.

L’esperienza professionale nell’ambito del sostegno alle scelte lavorative e/o di indirizzo scolastico o formativo, oltre che riguardanti la sfera privata delle persone, mi ha portato a definire l’Orientamento come percorso formativo in un’ ottica di educazione, accompagnamento e sviluppo delle capacità decisionali e progettuali, situandolo così nel quadro più ampio della formazione aperta e permanente.

Esso si propone di sviluppare consapevolezza, motivazioni, capacità di lettura oggettiva e valorizzante delle proprie risorse e competenze e della propria progettualità. Percepire la possibilità di influenzare positivamente i propri comportamenti fa sì che il soggetto sia posto al centro del percorso e che quindi, protagonista consapevole della propria evoluzione, sia sollecitato a sperimentarsi nell’analisi delle proprie capacità.

Come esito di questo processo, la persona è stimolata a misurarsi con i contesti della sua vita e a decidere le strategie necessarie, i tempi, i modi e gli strumenti per un progetto di sviluppo personale e/o professionale.

La specificità del Counselling Orientativo e del Bilancio di Competenze come suo strumento principe e oggettivizzante, è l’ attenzione alle varie complessità legate ai cambiamenti della moderna realtà sociale, compresa quella del mercato del lavoro e della formazione. In questo senso infatti assistiamo a:

– identità personali che si sviluppano sempre meno per fasi lineari e scelte strutturate

  • contesti organizzativi che modificano continuamente valori, modelli, contenuti del lavoro e profili professionali

  • segmenti del mecato del lavoro sempre meno leggibili con meccanismi di accesso sempre più informali e centrati sull’autopromozione individuale.

Un Counselling Orientativo che attivi processi di ricerca e favorisca l’acquisizione di strumenti necessari – quali l’abilità nell’esplorare e nel valutare le proprie capacità e gli elementi in campo, nello stabilire priorità, nell’assumere decisioni – può sostituire all’incertezza negativa un’ apertura mentale tesa alla ricerca di opportunità realizzative.

Per concludere, voglio sottolineare l’importanza del racconto autobiografico nel Counselling Orientativo: nel rivisitare il presente attraverso il passato per esplorarlo e per reinventarlo, il soggetto sviluppa progettualità per il suo futuro. Riesce a formulare ipotesi di progetto nei diversi campi della propria vita, interconnettendo i fatti della sua storia, ricostruendo e ricomponendone la trama vitale, ricostruendone e ricomponendone l’identità narrativa.

Quando ci raccontiamo, nella freschezza del QUI E ORA possiamo abbandonare la nostra personalità irrigidita, le nostre vecchie idee e trovare un’intuizione per ricominciare da capo.

Raccontarsi libera. In qualche modo, nello spazio del nostro racconto di noi cessiamo il corpo a corpo distruttivo con personaggi interni che da tempo urlano dentro di noi senza trovare uscita, magari nella nostra inconsapevolezza. Può accadere che qualche vecchia situazione incompiuta arrivi a chiudersi.

Ma non è indispensabile attribuire un significato preciso alla narrazione del nostro vissuto: è piuttosto importante riconoscerne il senso. Perchè il senso può diventare per la persona una sorta di scongelamento, la consapevolezza del valore unico della propria biografia.

ALESSANDRA LANG

Esperta Consulente di Orientamento

Orientatrice C.O.R.A. (Centri orientamento Retravailler Associati)

Gestalt Counsellor

Counsellor Formatore A.I.Co.8Associazione Italiana Counselling)

Counselor Trainer S.I.A.F.

Direttrice Didattica Centro Bilanci di Competenze (SC-208/15 elenco nazionale SIAF)

EVENTI

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