Una volta che l'accompagnato abbia iniziato a respirare in modo circolare, si avvia il relativo ciclo respiratorio, per cui si ha una espansione del livello di coscienza del soggetto. La sua sensibilità aumenta proprio a causa di tale espansione.
Ho precedentemente raccomandato che l'accompagnatore debba necessariamente, nel giorno in cui darà sedute, avere effettuato egli stesso un'autoseduta per riequilibrarsi. Nonostante questo il ciclo respiratorio dell'accompagnato può riattivare in lui memorie o emozioni che entrano in risonanza con quelle che gli si stanno manifestando davanti e possono riflettersi di rimando sul cliente in seduta.
Questa influenza è elevata al quadrato nel caso del contatto fisico. Eventuali processi mentali del trainer, suoi squilibri o turbative passano nell'accompagnato che, in virtù della sua apertura, si trova ad assorbirli come una spugna. Oltre a queste implicazioni di tipo energetico, non bisogna dimenticare anche quelle di ordine psicologico derivanti dal contatto (eventuali attaccamenti del cliente o altri aspetti che si fossero rivelati nel corso di precedenti sedute o incontri). Non trascurate, inoltre, il fatto che non potete toccare le persone di sesso opposto nello stesso modo con cui toccate le persone del vostro stesso sesso.
Un altro pericolo è quello dell'ansia da prestazione dell'accompagnatore che, a volte, non riesce ad accettare che il "lavoro" venga svolto dal respiro e non capisce l'importanza del guidare la seduta con accortezza (non a caso lo chiamo accompagnatore). Queste persone, non padroneggiando le tecniche di respiro¹, possono sentire la necessità di fare qualcosa, di sentirsi utili e trovano che toccare, parlare o altro, possa servire allo scopo ovvero riempire quel vuoto di presenza che avvertono. Nella maggior parte dei casi, quello che si può verificare è il contrario di quanto desiderato, ovvero il blocco del flusso respiratorio o, come minimo, un'intrusione ingiustificata nello spazio dell'accompagnato.
Messi in guardia gli operatori dal trattare con superficialità l'argomento, è il caso di presentare anche gli aspetti positivi del tocco nel corso di una seduta di innerbreathing.
Durante la respirazione del cliente, si possono spesso percepire dei blocchi fisici particolarmente intensi localizzati in punti specifici. Di solito tali blocchi si manifestano sull'asse testa/pube (chakras, centri di origine del respiro, ecc.), ma possono comparirne, benché più raramente, anche in altri punti del corpo, quasi sempre in prossimità di tale asse.
La maggior parte dei blocchi può essere rimossa col solo respiro, ma capita che il cliente resista e cerchi di ridurre al minimo il ritmo respiratorio o lo alteri (forzandolo ad esempio) in modo da evitare di sentire il blocco, che ovviamente è per lui fonte di sofferenza. Si può utilizzare, quindi, il tocco nel punto che si sente bloccato. Se avete dei dubbi potete anche chiedere conferma al cliente, però se non vi sentite sicuri del vostro intuito e non avete molta esperienza, vi consiglio di evitare il contatto.
Io, di solito, utilizzo la punta delle dita, ma in certi casi può essere necessario il palmo della mano.
Conosco dei rebirthers che usano entrambe le mani per forzare il movimento basculante della cassa toracica e cercare di sbloccare il respiro del loro cliente. È una tecnica che ho usata anche io in passato, ma della quale non mi servo praticamente quasi più.
Esempi di casi in seduta:
1° caso
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Durante il ciclo di respiro, il cliente aggrotta la fronte (particolarmente il punto in mezzo alle sopracciglia, sopra il setto nasale) e mantiene questo stato di tensione di continuo, è evidentemente contratto e lotta per rimanere nella testa e mantenere il controllo². Tocco con una pressione non eccessiva questo punto per alcuni secondi, respirando in modo circolare anche io. Quasi subito la contrattura viene rilasciata ed il respiro si alleggerisce di conseguenza.
2° caso
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Noto che il respiro del cliente arriva sino alla pancia, ma la sensazione che ho è che il movimento che si manifesta nella pancia sia solo l'eco di un movimento che, in realtà, si arresta intorno al plesso solare e non riesce ad andare molto oltre. A quel punto decido di appoggiare appena la mano sopra la pancia³, tenendola lì alcuni secondi. La persona improvvisamente comincia a respirare in modo decisamente più potente, scuotendosi con forza e quasi saltando da terra e sbloccando, poco dopo, la zona in questione.
Per utilizzare il tocco in seduta, può essere interessante studiare il sistema dei chakras e le loro proprietà collegate al corpo.
Ancora una volta vi ricordo di respirare voi stessi prima di dare una seduta e di rimanere centrati nel vostro respiro durante la stessa. Confondere intuizione e proiezione è un attimo e questo può ostacolare decisamente l'andamento di una sessione di respiro