Qualche parola a proposito dell’apnea. II

Analizziamo ora quando e come l'apnea può manifestarsi all'interno di una seduta di Innerbreathing, rebirthing o simili.

Come visto in precedenza, la seduta si compone di quattro fasi specifiche:

  • attivazione
  • confusione
  • integrazione
  • completamento

Durante la fase della confusione, caratterizzata da una respirazione che possiamo definire turbolenta, la persona manifesta le sue resistenze al respiro e palesa i propri blocchi interni. Ecco che allora, può apparire il fenomeno dell'apnea.
La persona, mentre sta respirando agitatamente, d'improvviso si blocca e smette di respirare. In alcuni questa sospensione dura pochi istanti, in altri invece può essere prolungata. Pur non volendo essere un parere medico, tendo a dire che nella mia esperienza non ho mai vista una situazione che mi facesse pensare che il soggetto potesse essere in pericolo: la respirazione si riattiva spontaneamente dopo un po', senza alcun problema.

Questo tipo di apnea non è auspicabile, l'accompagnato tende a "perdersi" nei suoi meandri interiori, a vagare in sé senza alcun costrutto. La persona può vivere qualcosa che assomiglia a dei sogni, per esempio, oppure vagare fra immagini e reminiscenze, ma il fatto di avere sospeso il respiro annulla qualunque vantaggio che possa derivare da tali ricordi.
Bisogna riportare il soggetto alla coscienza del momento. Si possono schioccare delicatamente le dita, sonorizzare un "sssshhh", chiedere al soggetto "dove sei?" oppure "dove sei andato?". Io uso anche dei cembali tibetani (che vanno suonati delicatamente!) i quali provocano quella che una cliente definì "una caduta dal basso verso l'alto" ovvero dal primo al settimo chakra, con un ritorno alla presenza mentale.
Ho consigliato delicatezza nel suonare perché, durante una seduta di scambio in gruppo, una persona prese i miei cembali e lì suono vicino ad una ragazza che successivamente confessò, ridendo, che aveva pensato di tagliarmi le gomme dell'auto, tanto era stata infastidita dal suono!
A parte la battuta, in questa fase non è consigliabile indulgere in questo stato. Se il cliente si perde un istante e subito torna al suo respiro, preferisco non importunarlo. Tendo ad intervenire solo se i tempi si allargano.
Nella fase conclusiva della seduta, può ancora verificarsi qualcosa che l'occhio inesperto può catalogare come apnea, perché gli somiglia nella forma, ma non nella sostanza.
In certi momenti, il sottile lavoro energetico in corso porta la persona a mettere n atto un fenomeno che molti conoscono come respirazione pranica. La persona smette di inalare aria, ma ad un attento esame si notano ancora i movimenti muscolari interni della respirazione, anche se più lievi. La persona sta respirando senza respirare in pratica, ovvero ha avuto accesso ad una forma di respiro molto delicata e profonda.
Questo fenomeno deve essere lasciato manifestarsi senza alcun intervento: il respiro ha preso il controllo e fa il suo lavoro per cui l'accompagnatore non interviene. Rimane semplicemente in armonizzazione con il soggetto e nulla più.
Vi aggiungo un estratto di un testo molto importante "Tao e longevità" di Huai Chin Nan, che potrà esservi di aiuto per la comprensione di questo fenomeno.

[…] Chih Hsi è la sospensione spontanea del respiro durante la meditazione. Nei quattro dhyana e nelle otto concentrazioni della meditazione buddhista, è noto come interrompere il ch'i. è il vero Kung Fu del ch'i imbottigliato dello yoga. […]
Durante la meditazione, occasionalmente si prova la sospensione del respiro. Quando ciò dipende dall'eccessiva concentrazione mentale, ci si sente duri e rigidi, e la tensione corporea aumenta gradualmente. Ciò porta alla sospensione della respirazione, ma non è il vero Chih Hsi o un caso autentico di interruzione del ch'i; è semplicemente tensione nervosa. Se in tali circostanze non ci si può rilassare e tornare in uno stato normale, la mente appassisce e muore¹. Se ciò continua, infine si sperimenterà la rigidità in ogni giuntura del corpo. È una malattia. Il solo modo per guarire è rilassare il più possibile la mente ed il corpo. Inoltre, si può rilassare la tensione espirando lentamente più e più volte. […]
Raggiungendo il samadhi e rimanendo quieto in questo modo, il meditante sentirà che il respiro che gli attraversa le narici diventa sempre più debole, finchè la respirazione polmonare quasi si interrompe. Il Tan Tien, entro il basso ventre al di sotto dell'ombelico, comincerà a funzionare come i polmoni. Questa è la respirazione interna, o il fenomeno del Tai Hsi. Tai significa embrione e Hsi respiro, quindi Tai Hsi si riferisce alla respirazione embionale, o al respirare com un embrione².

 

EVENTI

Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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