Tornato a casa, ho fatto una telefonata ad una persona e, mentre stavo per raccontare dell'accaduto, mi sono reso conto delle sensazioni che si muovevano dentro di me.
Non stavo per raccontare l'accaduto: ero sul punto di parlare del dolore al collo, dei danni subiti, del chissà quanto mi sarebbe costato riparare l'auto e cose simili, ma d'improvviso ho capito che non avrei raccontato l'accaduto, ma usato l'accaduto per essere speciale, per rendermi degno d'attenzione. Questo mi ha fatto ricordare di quante volte, durante le sedute di Innerbreathing, mi ero accorto di come le persone facessero resistenza a lasciare andare l'idea di malattia, per esempio, come se questo comportasse una perdita di identità o di attenzione (o entrambe).
Mi sono ricordato della frase di un esercizio: "come hai usata la malattia per essere speciale?"
Allora ti rendi conto di come sia difficile lasciare andare le cose che ci tengono legati, perché gli diamo un valore che non hanno, ma che crediamo importante, anzi, vitale!
Cose vuote, però…