È chiaro che risulta molto importante riuscire a dare una definizione di scarsità ed abbondanza, che ci aiuti a capire di cosa si sta parlando. Per la maggior parte delle persone, abbondanza vuol dire ricchezza, potersi permettere tutto quello che si desidera, mentre scarsità è, ovviamente, un termine legato alla povertà ed a tutto ciò che segue. Ma è veramente così? Possiamo dire che una persona con molti soldi sia una persona che viva nell'abbondanza?
A parte che ognuno di noi conosce persone con molti soldi che hanno una serie di problemi che i soldi non riescono a risolvere o che, addirittura, hanno creato, non voglio fare l'apologia della povertà, ma inquadrare diversamente il fenomeno.
Ho frequentato come assistente, molti anni fa, un seminario di Bob Mandel sul denaro. L'idea del seminario (ma anche, mi sembra, di gran parte del mondo New Age) è che "se sono ricco, sono in sintonia con l'Universo, altrimenti sono in disequilibrio". Un concetto molto vicino al calvinismo ed alla visione americana del denaro, che è sempre buono e, se ce l'ho, vuol dire che lassù qualcuno mi ama.
Ho creduto a lungo anche io che fosse così, lamentandomi quando mi sembrava di non avere abbastanza soldi o quando non ne guadagnavo come prima, e gioendo di quando molto denaro arrivava nelle mie tasche. Non bisogna dimenticare che il denaro non è abbondanza, ma uno strumento per procurarsi delle cose e se non siamo in grado di spenderlo è come non lo avessimo, ai fini pratici. Però ha un gran peso emotivo ed è collegato direttamente a molti aspetti psicologici, che sono quelli che più pesano quando la gente parla di abbondanza. Denaro e sicurezza, denaro e amore, denaro e controllo, potere, ecc.
Ma aldilà di quanto bisogna avere per sentirsi nell'abbondanza, e se scarsità ed abbondanza fossero semplicemente due associazioni mentali? Due concetti che creiamo nella nostra testa a nostra immagine e poi proiettiamo sulla nostra visione del mondo?
Mi è tornato in mente il passo del vangelo secondo Matteo, 6, 25-33
«Perciò io vi dico: non preoccupatevi troppo del mangiare e del bere che vi servono per vivere, o dei vestiti che vi servono per coprirvi. Non è forse vero che la vita è più importante del cibo e che il corpo è più importante del vestito? «Guardate gli uccelli che vivono in libertà: essi non seminano, non raccolgono e non mettono il raccolto nei granai… eppure il Padre vostro che è in cielo li nutre! Ebbene, voi non valete forse più di loro? «E chi di voi con tutte le sue preoccupazioni può vivere un giorno più di quel che è stabilito? «Anche per i vestiti, perché vi preoccupate tanto? Guardate come crescono i fiori dei campi: non lavorano, non si fanno vestiti… eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, con tutta la sua ricchezza, ha mai avuto un vestito così bello! Se dunque Dio rende così belli i fiori dei campi che oggi ci sono e il giorno dopo vengono bruciati, a maggior ragione procurerà un vestito a voi, gente di poca fede! «Dunque, non state a preoccuparvi troppo, dicendo: "Che cosa mangeremo?, che cosa berremo?, come ci vestiremo?". Sono gli altri, quelli che non conoscono Dio, a cercare sempre tutte queste cose. Il Padre vostro che è in cielo sa che avete bisogno di tutte queste cose. «Voi invece cercate il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più. Perciò, non preoccupatevi troppo per il domani: ci pensa lui, il domani, a portare altre pene. Per ogni giorno basta la sua pena.»
Il concetto di abbondanza che passa da queste parole è più legato alla non-mancanza che all'avere molto stipato da qualche parte. L'Uomo che è in armonia con l'Universo, dall'Universo riceve di che sostentarsi senza pena, riceve ciò che è bastante a vivere sereno e senza sofferenza. Il conto in banca a molti zeri non rientra in quest'ottica. In effetti, nella nostra vita di ogni giorno, che cosa manca? Se mi arriva un pagamento da effettuare è giusto preoccuparsi, ma non è altrettanto giusto essere grati se si riesce a pagarlo? Siamo mai grati del fatto che ogni giorno mangiamo, spesso più del necessario, abbiamo un tetto sopra la testa, dei vestiti. Siamo mai grati per ogni giorno passato in salute, almeno quanto siamo pronti a lamentarci per ogni piccolo acciacco? Per molte persone queste cose non sono affatto scontate e quella che per noi è scarsità, per loro sarebbe un'incredibile abbondanza. Allora l'abbondanza non è semplicemente la soddisfazione dei nostri bisogni primari, invece che l'accumulo di ricchezza? E non è legata al nostro senso di soddisfazione, cambiando con il suo modificarsi ?
La visione di scarsità ed abbondanza come semplici interpretazioni personali della realtà mi è stata suggerita dalla lettura di un brano di un maestro zen e sta cambiando il mio modo di vedere queste cose. Anche se, confesso, è un cambiamento tuttora in divenire.