È giusto sperimentare differenti percorsi, cercare di trovare quello che più si adatta a noi e che ci permetterà di andare più lontano, perchè no, anche divertirsi! Ma ad un certo punto bisogna fare delle scelte. Le scelte possono essere momentanee e cambiate qualora capissimo che non fanno più per noi o che hanno esaurito il potenziale che ci potevano offrire.
Bisogna, però, anche avere la costanza di seguire le scelte fatte e ritenute valide, per permettere al percorso intrapreso di maturare in noi e di offfrirci tutti i doni che solo un approfondimento duraturo può portare.
Saltare da una tecnica all'altra ci fornisce sicuramente molti spunti di discussione, ci fa sentire speciali, ma difficilmente ci porterà molto in là.
Oltre alla mancanza di costanza del ricercatore, le diverse esperienze raramente hanno un legame logico fra di loro: si fa reiki, poi rebirthing, poi rune celtiche o diksha e così via, in un cammino che può risultare piacevole, ma come detto, difficilmente sarà concludente.
Nessuno si aspetterebbe di diventare pun grande artista con tre mesi di danza classica, passando poi per due week end al canto armonico e facendo uno stage di percussioni, però è proprio quello che pensiamo di ottenere noi con i nostri percorsi patchwork.
E allora, quando trovate una tecnica interessante, perchè non darsi un periodo più lungo per sperimentarne gli effetti su di noi? Magari senza troppo mescolarla con altre¹.
Potremmo rimanere sorpresi dei risultati…