Le figlie e le loro madri

Le figlie e le loro madri
Tutti abbiamo ben presente, soprattutto essendo italiani, il rapporto fra madri e figli maschi, con tutte le conseguenze che alcune modalità di manifestarsi di questo rapporto può produrre. Però non so quanti di voi si siano interrogati veramente su quanto questa presenza materna, a volte preponderante, possa influenzare le figlie nel raggiungere la propria autonomia femminile.

Aldo Naouri è un famoso pediatra e psicanalista francese, che ho scoperto da poco proprio con questo libro (ma ve ne sono altri altrettanto interessanti che vi presenterò) e che mi ha molto colpito perché, proprio in questo periodo, sto riflettendo molto su di una frase che mi è stata detta di recente: "spesso le donne, negli uomini, cercano la madre". Questa cosa normalmente si pensa la facciano gli uomini e scoprire che accade la stessa cosa anche alle donne è stato come mettere un tassello importante nel grande puzzle delle relazioni.

Il libro di Naouri, forte della sua lunga esperienza, soprattutto di pediatra, ci porta ad esplorare alcuni aspetti misconosciuti del rapporto madre/figlia, che siamo spesso portati a vedere come appagante, ricco, simbiotico.
Invece, usando una frase dell'autore, le madri danno la vita, ma possono anche soffocarla.
Perché l'amore della mamma è così forte ed intenso che il tentativo di emanciparsene porta con sé grandi sensi di colpa, legati alla non riconoscenza per quanto ricevuto. Tale meccanismo è spesso rinforzato da una volontà di controllo totale e pervasivo da parte della madre, che non rinuncia ai suoi "possedimenti affettivi".

Naouri racconta che, quando era ancora giovane ed alle prime armi nella sua lunga carriera, rimaste profondamente colpito da una cliente che gli disse di aver annunciato nelle partecipazioni matrimoniali, la morte della madre insieme al matrimonio che si sarebbe celebrato perché «voleva unire due gioie in una». Così, seguendo il filo di tante confidenze, si delineano vite di donne sovrastate dalla presenza (e dal potere) delle madri, da conflitti irrisolti, malintesi, segreti non detti.

Il libro si conclude con un invito agli uomini a non ostacolare i tentativi di critica e di presa di autonomia che le donne possono agire verso le loro madri. È un modo, per gli uomini, di affrontare quella sudditanza materna il non correre a difenderla da questa lesa maestà ed anche un modo per recuperare, appunto, il proprio potere maschile.

Qesto libro mi fa ricordare di una delle tante versioni della saga di re Artù, citata da Claudio Risè ne "Il maschio selvatico", in cui il giovane Parsifal, innamorato di una fanciulla, si oppone ad Artù e Ginevra, come se il maschile ed il femminile nel loro svilupparsi e divenire autonomi si opponessero al maschile e femminile sclerotizzati nei loro gioci di potere.

Buona lettura!

 

Aldo NaouriLE figlie e le loro madri

 

Le figlie e le loro madri

 

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