La scuola dell'Ovest chiedeva di generare una concentrazione sul Dantien e su di un punto situato fuori del corpo (il Dantien «esterno»).
La scuola dell'Est insisteva su di un punto di concentrazione situato dietro il Dantien, tra le due reni.
La scuola del Sud, lavorava la concentrazione sul «Palazzo», situato al centro del petto.
La scuola del Nord metteva la sua attenzione nel pieno centro del Dantien.
Quale che sia il metodo applicato, le quattro scuole si basano tutte sui quattro insegnamenti di Lao Tzu: la calma interiore, il non-agire (Wuwei), l'attitudine alla spontaneità e l'esistenza e la morte.
In tutte queste branche della filosofia del Tao, prevalgono due punti essenziali:
- la messa in pratica e, soprattutto
- l'autorità diretta dell'insegnamento di un maestro esperto.
Il primo punto implica la stretta unione tra la comprensione e la percezione del Chi. Senza questa unione dello Shen e del Chi, la via del Tao non può essere che intellettuale o, più semplicemente, incomprensibile.
Senza l'aiuto di un maestro l'esperienza è possible, ma oltre un certo punto si può rivelare pericolosa o delicata. Questo pericolo è, in effetti, legato alla purificazione preliminare dei tre livelli e ad una motivazione scorretta. Un esempio di questa motivazione scorretta è la ricerca di poteri o il semplice desiderio di prolungare la propria vita con uno scopo mondano.
Il punto di partenza delle via del Tao parte da una constatazione che somiglia alla via del buddhismo espressa dal saggio Gao Henian, nel XIX° secolo:
Il mondo effimero è come una grande paura senza fondamento, senza realtà duratura. I rumori e le elaborazioni intellettuali non possono rimpiazzare una convinzione sincera. Così come un bufalo non è cosciente della sua grande forza, l'uomo non vede scorrere via la sua vita.