Esperienza dello Zikr ad Istanbul

Esperienza dello Zikr ad Istanbul

Questo breve discorso mi è servito per introdurre una piccola esperienza che ho avuto la fortuna di fare nel mio recente viaggio ad Istanbul.
Una sera, insieme alla mia amica Raffaella, siamo andati a Cena con
Alberto Fabio Ambrosio, che vive ad Istanbul oramai da nove anni ed è studioso e ricercatore del misticismo islamico.
Dopo aver cenato nei pressi della torre di Galata, siamo andati a prendere un altro amico appena arrivato in città e, all'improvviso, Alberto ha proposto di provare a vedere se, in un posto non lontano da lì, quella sera venisse praticato lo Zikr. Lo Zikr si pratica il giovedì sera, prima della festa del venerdì, per cui era il momento propizio per il nostro tentativo.
Ci siamo incamminati per viuzze e vicoletti, scendendo dalla torre di Galata verso le zone sottostanti, fino a quando Alberto ci ha indicato un piccolo cortile sulla sinistra.
Caratteri arabiSiamo entrati, trovandoci sotto un minuscolo pergolato, con alcuni gatti e gattini a guardarci a debita distanza. In una sala, visibile dal cortile, varie decine di persone inginocchiate stavano ascoltando degli insegnamenti. Quando un uomo è uscito per bere alla fontana, abbiamo chiesto se sarebbe stato praticato lo Zikr e se fosse possibile per noi assistere dal cortile. Ricevute risposte affermative alle nostre domande, ci siamo messi con pazienza ad attendere la fine del discorso ed il successivo rituale.
Dopo un po' nella sala è calato il silenzio per qualche attimo, poi le persone hanno iniziato a ripetere con tono sommesso le formule del rituale. Inginocchiati, in file continue, ondeggiavano avanti ed indietro, come le onde del mare. E come le onde del mare variava l'intensità del loro canto. La sensazione che ne derivava era avvolgente, intensa, intima.
Il suono è cresciuto divenendo più impetuoso, guidando l'onda umana nella preghiera, poi una voce si è levata sulle altre, di un cantore che intonava una preghiera, così melodiosa da toccarmi il cuore. Le altre voci la sostenevano nel sottofondo…

Alberto mi ha detto che quella cui ho assistito non è una delle rappresentazioni più forti, ci sono gruppi di maggiore esperienza (anche femminili) o che usano formule differenti.
Però io sarei rimasto lì per ore ad ascoltare, rapito da quel canto, da quel lamento che agogna di ricongiungersi con Dio…

Non ho scattato foto: mi è sembrato di mancare di rispetto a quel momento

 

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