L'attività principe della creatività è sempre stato il gioco e, attraverso di esso, uomini ed animali apprendono e crescono dalla notte dei tempi. Secondo Franco La Cecla¹ il gioco non è un momento dell'attività dei bambini, ma il loro modo di essere permanente. Ovvero, non è quando prendono un giocattolo ed iniziano ad usarlo che possiamo dire stiano giocando, ma il gioco permea ogni momento della vita del bambino.
Ricordo chiaramente come da bambino mi inventassi montagne e scenari, utilizzando barattoli, coperte e libri, ed in questi scenari giocassi con i miei soldatini. Successivamente arrivarono i plastici, che riproducevano questi ambienti, togliendo al bambino l'immaginazione.
Ecco, proprio qui sta il punto. Abbiamo creduto, da adulti, di favorire il bambino dandogli dei giocattoli sempre pià definiti, invece gli abbiamo sottratto l'uso della propria immaginazione.
Ovviamente questa "evoluzione" ha la sua radice nella mercificazione progressiva di ogni aspetto della vita quotidiana, per cui si è instaurata una forte pressione mediatica per spingere i genitori a soddisfare ogni richiesta dei figli che, a loro volta, sono bombardati di stimoli e, dato che non hanno ancora sviluppata la loro capacità di discernimento, il semplice spot pubblicitario è in grado di scatenare i "lo voglio" più esacerbati, come ben sa ogni genitore.
Ma qual è il problema di questo cambiamento, della diffusione di giochi già delineati e che poco lasciano all'immaginazione del bambino? Il gioco di una volta (mi viene in mente il manico di scopa con la testa di cavallo, da cavalcare) dava un'indicazione di gioco (la somiglianza con il cavallo) e richiedeva al bambino uno sforzo immaginativo che poteva essere diretto ovunque il bambino volesse. Il manico di scopa con la testa di cavallo poteva anche essere un elefante, un drago o un unicorno senza alcun problema. Il gioco dalle caratteristiche ben delineate e definite è unidirezionale: il bambino ha difficoltà a dirigere il gioco in direzioni differenti da quelle che gli vengono indicate dal gioco stesso. Stessa valenza hanno le trasmissioni televisive, le quali risultano molto attraenti per i bambini, ma che sono anch'esse già definite ed unidirezionali nella maggior parte dei casi.
Secondo uno studio del Boston College, i bambini di oggi sono diventati meno espressivi a livello emotivo di quelli che li hanno preceduti, hanno perso in loquacità, in espressività non convenzionali, immaginazione ed umorismo e, cosa non secondaria, hanno perso molta della loro capacità di collegare fra loro cose e fenomeni differenti. Tale capacità era stimolata dal gioco "fantasioso" dove, dovendo immaginare somiglianze e usi non convenzionali di oggetti, la mente doveva creare legami fra oggetti, fenomeni e situazioni in maniera diversa dal solito.
Sembrerà strano a molti genitori, ma le numerose attività sportive e culturali pianificate, cui i nostri ragazzi vengono iscritti, non sono loro così di aiuto, ma tendono a spegnere alcune capacità intellettive che, invece, dovrebbero essere sviluppate. La mancanza di tempo libero da "sprecare" (ovviamente dal punto di vista degli adulti) ha sottratto anche tempo alla stimolazione fantastica del bambino. Basti pensare ai compleanni di bambini, nei quali un animatore adulto viene chiamato ad organizzare i giochi². Si erano mai visti bambini che, lasciati a se stessi, non fossero in grado di inventarsi giochi e divertirsi? Forsame l'animatrice sarà in grado di organizzare in modo più efficace l'attività ludica, ma è veramente questo quello di cui i bimbi hanno bisogno? Dove finisce l'esercizio della loro fantasia? Come si sviluppa la loro immaginazione? Siamo abituati ai cuccioli di animnali che ci strappano un sorriso con i loro giochi, come un gattino che afferra una pallina e la lancia in aria per poi rincorrerla. Dimentichiamo spesso che, in quel momento, il gattino si sta addestrando, tramite il gioco, alla caccia ai piccoli uccelli. Ogni fase del gioco animale rispecchia un passaggio esperienziale cui gli adulti saranno debitori ed è proprio questo che stiamo togliendo ai bambini di oggi, in nome di una mercificazione del tempo libero.
I bambini sono intelligenti e, potrà sembrare scontato dirlo, sono bambini! Questo vuol dire che sono perfettamente in grado di organizzarsi fra loro ed inventare i loro giochi. Certo, risulta difficile, al giorno d'oggi, sottrarli completamente ai giochi elettronici ed alla televisione, sopratutto quando gli stessi genitori ne sono succubi, ma almeno evitiamo di farli giocare coi cellulari già nel passeggino o di organizzare ogni loro istante e lasciamo loro spazi per annoiarsi ed avere la spinta ad inscenare i mondi fantastici che albergano nelle loro menti.