Il 17 febbraio 1600, all’età di 56 anni, venne arso vivo a Campo de’ Fiori, a Roma. Fu monaco, filosofo e scrittore, animo indagatore e mai banale, mise in dubbio molti dogmi della Chiesa Cattolica, fra cui quello della Trinità. Sviluppò una visione in cui Dio è sia trascendente che immanente, in una realtà in cui Dio e la Natura sono uniti.
Quando vivevo a Roma, andavo spesso in una antichissima trattoria, passando per Campo de’ Fiori e, nella meraviglia della bellezza di quella piazza, mi affascinava quella statua che la dominava, come se la forza del suo pensiero fosse ancora lì, presente.
Voglio ricordarlo con queste poche parole, che ce ne lasciano intravedere la profondità di pensiero.
Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi, persino lo Zodiaco
Giordano Bruno