Insomma, anche se preferiremmo il contrario, non possiamo controllare tutto.
Un'altra idea mi ha attraversato la mente di recente: dopo aver lavorato tanto, per qualche giorno piove e non si può lavorare. E quando puoi tornare all'orto, quella terra che avevi preparata e coltivata è di nuovo un rigoglio di piante spontanee (volutamente non le chiamo erbacce) e tutto il lavoro fatto sembra perso. Allora si può decidere di abbandonare tutto, oppure si ricomincia, in ginocchio, a ripulire il terreno.
Ogni volta che il nostro lavoro sembra perduto si può piangere oppure ricominciare…
Affrontato in un certo modo, l'atto di coltivare la terra può essere un atto di fede profonda nella vita.