Siamo rimasti lì per circa un'ora, con me sdraiato accanto a lei ed il suo compagno, Lin Chi, che guardava e si aggirava intorno. Anche il gatto dei vicini è venuto ad annusarla. Aspettavamo i suoi amici veterinari che venissero ad accompagnarla.
Ad un certo punto, le contrazioni dolorose dovute al suo stato si sono manifestate. L'ho vista soffrire molto ed allora, con dolcezza, siamo andati noi in ambulatorio. I suoi amici, che tante volte l'avevamo curata in momenti difficili, stavolta l'hanno aiutata ad addormentarsi. Si è spenta con un fremito leggero di un orecchio, con la zampa nella mia mano.
Spesso quello che si prova in questi momenti è un senso di vuoto, come di qualcosa che ci sia stato strappato. Non posso negare che, a tratti, onde di dolore mi prendano per questa micina. Oggi mi è stato detto: "Gli animali sono più semplici di noi, vivono, se ne vanno… con semplicità". Ë vero.
Allora, piccola Elsa, che andammo a riprendere fra i boschi della bergamasca, dove i tuoi padroni ti avevano abbandonata, e che arrivasti qua dodici anni fa, diffidente verso l'uomo e timorosa di essere picchiata. A te che hai impiegato quasi due anni per farmi sentire una piccola fusa quasi silenziosa, e che poi sei diventata un treno a vapore, a te voglio dire che lascerò andare il vuoto e terrò tutto l'amore, la tenerezza e la simpatia che, in questi dodici anni, ha unito te, il tuo compagno Lin Chi e me.
Grazie anche per quei momenti, quando la sofferenza era così forte, in cui tu e Lin Chi avete saputo tenere aperto uno spiraglio nel mio cuore.
Buon viaggio, musetta mia…