È preoccupante, dal punto di vista della civiltà, vedere la gente passare il tempo dei concerti a scattare foto, fare riprese col telefonino quando guarda uno spettacolo, scrivere agli amici da un bel posto frasi come "Indovina dove mi trovo". Mi sembra la prova che con l'allontanamento dalla nostra sfera animale¹ stiamo perdendo una possibilità importante: quella di vivere il presente. Non riusciamo mai a goderci l'attimo semplicemente perché non riusciamo più a percepirlo, lo vediamo solo come qualcosa da documentare. Siamo ansiosi d'indovinare il futuro, nostalgici del nostro passato. Viviamo tra previsioni e rimpianti. In tutto questo il presente è sparito. Nel momento in cui fotografi il tramonto, quel tramonto si è già allontanato da te, si è allontanato dalla tua possibilità di viverlo veramente, senza commenti, senza considerazioni, come una semplice gioia degli occhi e dell'animo. È come quando diciamo di fare un viaggio, raramente qualcuno fa un viaggio, di solito si vuole raggiungere una destinazione ignorando tutto quello che c'è fra il punto A e il punto B. E come possiamo sapere se abbiamo viaggiato? Ci sono le foto della cartella immagini a documentarlo. Una casa dal finestrino dell'auto, alberi da un pullman, piccolo video di un cagnolino che elemosina cibo, un cartello stradale che contiene un doppio senso, foto dal finestrino di un aereo solitamente contenente nuvole. Eccolo il nostro viaggio: una successione di momenti fotografati e quindi non vissuti.
Natalino Balasso