Confesso che non me ne ero reso conto, la progettualità cambia perchè una gran fetta della vita è dietro le spalle ed i tempi a disposizione sono mutati. I progetti a lungo termine, che magari potevi fare a vent'anni, hanno certo molto meno spazio e possibilità di prima. Non mi fraintendete, non sto facendo un discorso triste di declino, non è nelle mie corde. La mia sensazione forte, quasi fisica, è che diminuendo il tempo aumenta la necessità di essere chiari con se stessi.
Come in una partita di scacchi, in fase di apertura si ha un numero elevato di mosse possibili, ma man mano che la partita prosegue, il numero di mosse "buone" da fare diminuisce, fino a quando una sola mossa è quella giusta.
Ecco, io mi sento come un giocatore che deve riflettere sulle sue mosse.
Se avete visto "La grande bellezza", magari ricordate la scena in cui Jep Gambardella, il protagonista (che ha appena compiuti sessantacinque anni), è a letto con una donna che, dopo aver fatto sesso con lui, gli propone di fargli vedere le sue foto, archiviate nel portatile. Mentre lei è via a prendere il computer lui se ne va, facendo questa riflessione:
"La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare".
Io non ho ancora quell'età, ma è così che mi sento dentro. La voglia, la necessità, l'urgenza di essere, di essere al di là di tante chiacchiere e convenzioni.
Non tanto quelle degli altri quanto le mie.