"Sì, credo, è ciò che mi tortura. Se non credessi, seguirei la mia strada come tanti altri. Ma ho visto il nulla dei godimenti umani, ne conosco di più alti, ma la forza mi manca per raggiungerli."
Mi è tornata in mente una serata in cui, dopo una lunga sessione di meditazione, la mia insegnante mi parlò. Illuminati dalla luce di alcune candele, con le spalle appoggiate al muro, la sentì dirmi che quando si procede in un certo cammino, le cose che prima sembravano importanti perdono di consistenza e non ci danno più soddisfazione. Non si tratta di ego spirituale e del sentirsi superiori, ma di un profondo cambiamento della nostra visione intima. Le vecchie cose non ci nutrono più, ma non abbiamo ancora raggiunta una differente visione e questa transizione non è facile da vivere.
Quando si sono vissute certe esperienze, è impossibile però tornare indietro, tornare a vivere secondo i vecchi canoni della vita passata. Si può fingere per ingannare se stessi, non altro. Ma è un inganno che lascia il cuore vuoto e freddo e toglie senso alla nostra vita.
Queste parole, pronunciate così tanti anni fa, eppure così vive e presenti, mi sono sembrate un ponte fra due cuori, fra due anime lontane e vicine. Ne ho capito il senso, forse carpito, e me lo tengo dentro come se qualcuno, incontrato casualmente per strada, mi avesse parlato.
Quando si sono vissute certe esperienze, è impossibile però tornare indietro, tornare a vivere secondo i vecchi canoni della vita passata. Si può fingere per ingannare se stessi, non altro. Ma è un inganno che lascia il cuore vuoto e freddo e toglie senso alla nostra vita.
Queste parole, pronunciate così tanti anni fa, eppure così vive e presenti, mi sono sembrate un ponte fra due cuori, fra due anime lontane e vicine. Ne ho capito il senso, forse carpito, e me lo tengo dentro come se qualcuno, incontrato casualmente per strada, mi avesse parlato.