L'amore per questa donna e il sui modi lo porteranno ad aprirsi alla vita moderna che lo circonda, riscoprendo cose che credeva perdute o non aveva mai assaporato, fino ad un epilogo tragico, ambientato in un "teatro magico" (solo per i pazzi).
La storia del protagonista, che ha le stesse iniziali dell'autore, descrive un periodo ben preciso della vita di Hesse, in cui dopo essere caduto nella depressione, decise di affrontare la sua situazione iniziando ad uscire ed a frequentare locali e teatri della sua città. La stessa Erminia, in tedesco, rappresenta il femminile del nome Hermann.
In questo libro Hesse vuole metterci di fronte ad una lotta che, all'epoca, si delineava chiaramente nella nuova società occidentale, cioè la lotta fra i due temi della ragione e dell'istinto. Affrontando questo scontro si arriva a realizzare che il bene ed il male non sono prerogativa di uno dei due aspetti, ma si intersecano sfilacciandosi in infinite varianti, alcune delle quali anche infime e meschine.
Ovviamente per apprezzare questo libro bisogna leggerlo fino in fondo (volutamente non ho parlato del finale), ma è un libro che, proprio perché parla della contrapposizione fra istinto e ragione calandosi fino in fondo a questa lotta, risulta interessante per chi segue un cammino di conoscenza di se stesso. Un magnifico romanzo che, oltre ad offrirci il piacere della lettura, ci porterà a riflettere su noi stessi e su quelle stesse contraddizioni che, oltre che in Harry Haller. Albergano in ognuno di noi. magari scoprendo alla fine che, senza un tocco di umorismo, la vita diventa qualcosa di inumano…
Hermann Hesse
Il lupo della steppa
Mondadori Editore