Il suono interno del respiro

Il suono interno del respiro
La respirazione nasale arriva a dispiegare tutto il suo potenziale se viene praticata attraverso il suono interno del respiro, ovvero il suono che il respiro produce viene dalle profondità del corpo e non ha origine nella zona delle narici.
Questo tipo di suono permette al respiro di penetrare in profondità nel corpo, fino alla regione pelvica, altrimenti il flusso tende a fermarsi un po' più in alto per motivi fisiologici. Non si arriva veramente a respirare nella zona del bacino se non si utilizza il suono interno del respiro.
Si può notare la differenza attraverso dei tentativi sperimentali. Le tre modalità da sperimentare sono le seguenti:
  • respirazione buccale
  • respirazione nasale 
  • respirazione nasale interna

Utilizzando i tre tipi di respirazione descritti, la persona può sentire chiaramente la differenza di penetrazione dei flussi respiratorii nel corpo e quindi valutarne direttamente gli effetti.

Seduti su di una sedia, gli occhi chiusi e le gambe con un angolo di 90° con il pavimento, tenendo le mani sulle ginocchia, procedere respirando con la bocca. Portare la propria attenzione, non forzando la respirazione, nel proprio corpo e cercare di divenire coscienti di quale punto di esso venga raggiunto dal flusso respiratorio.
Dopo avere praticato un po', passare all'utilizzo del naso. Allo stesso modo, senza sforzarsi in alcun modo, respirare per qualche minuto e verificare una eventuale differenza di profondità in confronto al precedente metodo.
Successivamente, passare al suono interno del respiro.
Il suono interno del respiro non è una pratica in sé, ma un segnale (un suono profondo che sembra uscire da dentro il nostro corpo) che ci dice che il respiro è generato dentro di noi, nella zona del bacino.
Chi respira con il naso, ma in maniera superficiale, sentirà, mentre respira, che le narici si espandono e si contraggono, segno che quello è il punto fisico dal quale si origina il respiro.
Si può invece fare in modo che il punto di origine sia differente. È possibile immaginare che il respiro venga attirato dentro di noi come fosse risucchiato dal nostro bacino. Altre persone trovano più facile immaginare che il punto di origine sia dietro la testa nella zona dell'Atlante, in corrispondenza della vertebra C1. Sono due modalità per visualizzare il punto di origine del respiro nel corpo e poter mettere in modo il respiro interno.
Non appena questo tipo di respiro si mette in moto, la persona avverte immediatamente un chiaro cambiamento di sonorità. Da un suono nettamente superficiale si passa ad un suono che sembra non provenire minimamente dalle narici, ma esalare direttamente dalle viscere del corpo. Un suono intenso, che a volte può produrre anche degli sbalzi, come se incontrasse dei blocchi o degli ostacoli. Dopo qualche minuto di pratica tali blocchi spariscono. Possono ripresentarsi man mano che si proceda ad una maggiore immersione nel profondo del nostro corpo, ma vengono rimossi dai processi respiratorii interni.

Una volta appreso a respirare in questo modo, non dimenticare di tenere, contemporaneamente, la lingua ripiegata ed appoggiata contro il palato. Questo, secondo le tecniche di yoga taoista (presenti anche in molte altre discipline) permette lo scorrimento ottimale dell'energia attraverso il canale anteriore, favorendo il lavoro energetico della respirazione, unitamente a quello emozionale.

 

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Antonio Franco | Breath Trainer & Counselor
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